Era un attaccante molto rapido, ”aveva una voglia di fare gol che non ho mai visto in nessuno”, ha detto di lui il suo allenatore nel Messina, Franco Scoglio.
Nato e cresciuto nel popolare quartiere palermitano di San Giovanni Apostolo,Totò Schillaci iniziò a giocare nelle giovanili dell’AMAT Palermo, squadra di quartiere che rappresentava l’omonima azienda municipalizzata palermitana. Schillaci ha ricordato così i tentativi del Palermo di acquistare sia lui che il compagno Carmelo Mancuso: “La società rosanero per entrambi offrì 28 milioni di lire; ma i dirigenti dell’AMAT sapevano che da noi due dovevano guadagnare il massimo per sopravvivere e giocarono al rialzo chiedendo 35 milioni. Così, per soli 7 milioni non andammo al Palermo”.
Nel 1982 fu ingaggiato dal Messina, in Serie C2. Nella stagione 1985-‘86 contribuì con 11 reti alla promozione in Serie B. Nel 1987 due interventi ai menischi ne compromisero la stagione, nella quale segnò solo 3 gol. Nella stagione seguente, sempre allenato da Franco Scoglio, realizzò 13 reti. Il giocatore ha ricordato così il rapporto con il tecnico: “Mi diceva sempre un concetto base: fai quello che vuoi e gioca come ti senti. Questo mi caricava a mille proprio in virtù di questa libertà che mi concedeva sul campo di gioco. Ho imparato tantissimo dalla sua persona e non smetterò mai di ringraziarlo. Con lui e i compagni di allora abbiamo reso ai messinesi anni fantastici”.
Totò bomber del Messina
Sotto guida di Zdeněk Zeman, subentrato a Scoglio nel 1988-‘89, Schillaci, con 23 gol, fu capocannoniere del campionato cadetto; a detta dell’attaccante, i metodi di allenamento portati da Zeman a Messina hanno contribuito alle sue ottime prestazioni.
Questa fu l’ultima stagione di Schillaci al Messina, per il quale, in sette campionati tra Serie C2, C1 e B, aveva giocato 256 gare coi peloritani, delle quali 37 in Coppa Italia: è a tutt’oggi il secondo giocatore più presente per il Messina in campionato (219 presenze, dietro solo ad Angelo Stucchi con 235). Con i suoi 77 gol totali (61 in campionato, 16 in Coppa Italia), è il secondo cannoniere assoluto -preceduto solo da Renato Ferretti (89 reti) – nella storia del club giallorosso.
Nel 1989 venne ingaggiato dalla Juventus per 6 miliardi di lire.