Attacco acuto di nostalgia
Set 6, 2024

Chiedo un po’ d’indulgenza (plenaria) se racconto di calcio, ma non quello giocato, quello guardato all’Olimpico, perché m’è preso ‘n’attacco acuto de nostalgia.

Nostalgia de caffè Borghetti, de sfilatini co’ la frittata, o co’ quello che ve pare, de “mettete a sede…che nun vedo gnente” o de “strigneteve un po’ così c’entro pure io“, de Gasperino er bibitaro e der Nocciolina.

Il “bibitaro” dello stadio “Olimpico” di Roma

I nostri amici più giovani non possono sapere che prima all’Olimpico non esistevano coperture, né prenotazioni né tanto meno posti riservati e che la “parte inferiore” delle due Curve (notare il maiuscolo) erano posti in piedi che non erano l’ideale per vedere le partite perché eri quasi al livello del terreno di gioco.

E allora? Non restava altro che arrivare prima!

L’ “Olimpico” si sta riempiendo

Il prima significava arrivare perlomeno a mezzogiorno, con le partite che sempre alle 15 cominciavano, anzi alle 14,30, poi nelle gare di cartello i cancelli d’ingresso aprivano addirittura alle 11,00 e già c’era ’na filaaaa!

Ricordo, e non ero l’unico, anzi, che per le finali dell’Europeo del 1968 rimanemmo allo stadio dalle 11 a mezzanotte … perché alle 16 ci fu la finale per il terzo posto e alle 20,30 quella per il primo… coi tempi supplementari.

Occupati per gli amici ritardatari, con tutti gli indumenti possibili, tutti i posti a sedere che non erano sedili singoli ma una panca unica, lunga diversi metri. Per chi arrivava appunto in ritardo non restavano altro che gli scalini o i corridoi d’accesso.

Una fase del derby di Roma giocato in notturna nel settembre del 1969

Una volta un ritardatario ci chiese il piacere di stringersi un pò per permettere alla sua signora di sedersi, cosa che noi cercammo di fare, ma la signora, che non era giovanissima, si calò delicatamente in mezzo a noi… e l‘ultimo seduto sulla panca si ritrovò seduto per terra… giuro che è veroooo! e il marito ridendo disse… a Pa’.

Per quanto te potevi porta’ da casa, le ore da passare erano tante e allora diventava vitale il rifornimento.

A quel punto entrava in scena Gasperino er bibitaro…

La Curva Sud romanista

“a Gasperi’, che me dai ‘na mezza bira?” e Gasperino da bravo bibitaro la stappava, la versava in un bicchierone di carta e con un passamano, magari di 3 – 4 file più in basso, ti arrivava ‘a mezza-bira. I soldi del costo facevano la stessa strada a ritroso per finire tra i “pedalini” e la tibia…quelli de carta e gli spicci in un bicchierone sempre de carta … e per le sigarette? … e già Gasperino vendeva pure le sigarette … non c’era bisogno del passamano … perché il pacchetto te lo tirava proprio, come noi i soldi. Il giocoliere del circo ce faceva un baffo!

La Curva Nord laziale

Gasperino si annunciava con una canzoncina che faceva la-la-la e che mi dispiace non potervela far sentire, perché era veramente particolare e inconfondibile, come inconfondibile era il suo: ”che ve serve ?? Io sto qua !!” oppure ”è entrata n’artra mezza pjotta , ammicchia Gasperi’ la-la-la e nun ce vonno sta , e nun ce vonno sta ” io credo che Gasperino conoscesse il calcio come pochi perché riusciva a passare sempre in momenti nei quali la partita si trascinava.

“Come è stata ‘a partita oggi?”. “Insomma… pensa che me so’ addormito e si nun era pe’ Gasperino er bibitaro che m’ha svegliato, stavo ancora su la panca d’Olimpico“

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