Crazy football
Ago 14, 2024

La carriera calcistica di Giorgio Chinaglia inizia stranamente in Gran Bretagna, per la precisione allo Swansea City. Bene, siamo a metà degli anni ’60 e le cose si stanno muovendo un po’, lì. Uno “stronzo” nel profondo del Galles non è l’approccio migliore per sperare in una brillante carriera. Inoltre, il seguito conferma gli inizi difficili dell’attaccante italiano. Torna a casa, prima alla Massese e poi all’Internapoli. Un mix di Inter e Napoli ma sulla totalmente impensabile per metterlo in prospettiva. Milita infatti in Serie C. Non c’è troppa gloria fino al giorno in cui Giorgio viene notato dalla dirigenza della Lazio.

“Long John” nella Lazio scudettata

Siamo nel pieno dell’anno erotico (1969), tutti sono innamorati, e Chinaglia inizia allora una bella e lunga storia d’amore con i laziali, ma soprattutto raggiunge finalmente l’alto livello. Non per molto. La Lazio stava perdendo slancio e scese in Serie B nella stagione 1970-‘71, dopo un primo anno di Chinaglia piuttosto dignitoso sotto i nuovi colori (ottavo). Sfortuna per il toscano che non è, però, manutentore in un’azienda di ascensori. Nonostante tutto si gode una stagione in Serie B e trascorre le domeniche a Novara, Taranto, Arezzo e perfino Monza. Non le cattedrali del calcio e tanto meno lo spirito della dolce vita in campo. La Lazio si riprende, classificandosi seconda alle spalle della Ternana, ma fu soprattutto Chinaglia a godere degli onori della cronaca: proprio in questa stagione, il 21 giugno 1972, gioca con l’Italia contro la Bulgaria a Sofia. In questa occasione diventa il secondo giocatore italiano a giocare nella nazionale maggiore provenendo dalle categoria inferiori. Ciliegina sulla torta, ha anche segnato un gol. Prima di lui, era il 1929, Raffaele Costantino giocava come ala in Serie B nel Bari dopo aver fatto gavetta in un altro club pugliese, il Liberty, e venne convocato da Vittorio Pozzo entrando in pianta stabile nella nazionale e realizzando una storica doppietta al leggendario Ricardo Zamora.

“Giorgione” sulle figurine e prima di un derby contro la Roma

Chinaglia è finalmente tornato in pista. Soprattutto perché la Lazio finì sul podio (terza) l’anno della rimonta, a soli due punti dai campioni della Juventus. È un ritorno in pompa magna per i romani, che proseguono sullo slancio anche nel campionato 1973-‘74. La Lazio è infatti campione a fine stagione e Giorgio… Moroder.

In maglia azzurra

Chinaglia infatti regala un bel risultato classificandosi capocannoniere del campionato (24 gol). Di conseguenza, è chiamato a trascorrere tre settimane in Germania per giocare la Coppa del Mondo. Un WM ’74 non molto positivo per l’Italia. Eliminata al primo turno, Chinaglia si scontra con l’allenatore Valcareggi e uscendo dopo essere stato sostituito, gli fa dei gesti significativi. Giorgio spacca. Un vero temperamento. Adesso ancora non lo sa ma a livello nazionale la Lazio ha raggiunto il suo apice. Dopo lo scudetto, il club romano finì ai piedi del podio nel 1974-‘75 (quarto posto) e visse poi una stagione difficile, salvandosi la pelle in Serie A per differenza reti a spese dell’Ascoli mentre le due squadre finirono con lo stesso numero di punti (23). Al termine di questa stagione, Chinaglia decide di lasciare la Roma – dopo circa 200 partite giocate e 98 gol segnati – e vola a New York, ai Cosmos.

Chinaglia e i Cosmos

In realtà l’attaccante italiano ha deciso di dare una mano al nuovissimo campionato americano, la NASL, con un grosso assegno in contropartita. Un trasferimento che lascia tracce e risentimenti da parte della comunità italiana negli States e soprattutto in Italia. Basti dire che la sua carriera in nazionale è andata a rotoli. E l’accoglienza dei suoi connazionali nella terra dei calciatori col casco è piuttosto cupa, a tratti addirittura provocatoria, come il giorno in cui un tifoso dei Cosmos noleggiò un aereo per sorvolare il Giants Stadium durante una partita con un’enorme striscione svolazzante dalla coda. che dice “Giorgio puzza!”.

Può puzzare ma Chinaglia ha un grosso fucile e un sacco di cartucce negli scarpini. Segna complessivamente più di 240 gol durante il suo periodo negli Stati Uniti, vince quattro campionati e altrettanti titoli di capocannoniere, finì MVP nel 1981 e divenne, a fine carriera al Cosmos (1983), il capocannoniere di tutti i tempi della NASL. Un ottimo modo per zittire detrattori e spiriti maligni. Con il suo curriculum di taglia XXL, Giorgio è una star e si confronta con l’élite del calcio di New York: Pelé, Beckenbauer, Carlos Alberto, Neeskens, Rijsbergen, Cabañas e molti altri. Giorgio Chinaglia, ormai invecchiato, ormai invecchiato, a molti pare il sosia dell’eroe dei “Soprani” James Roberto Gandolfini.

Mario Bocchio

– continua –

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