Eletto allenatore del secolo allo Stade Lavallois, Michel Le Milinaire è morto questa il 2 dicembre 2023 all’età di 92 anni. L’uomo con il berretto avvitato in testa, come lo hanno visto molti francesi sugli album Panini della loro infanzia, ha lasciato un grande vuoto negli amanti del calcio e di questi piccoli club rurali che hanno fatto la grande storia del campionato transalpino.
Nato il 7 giugno 1931 a Kergrist-Moëlou, nel cuore della Bretagna, Michel Le Milinaire prende le redini della prima squadra dei Les Tango nel 1968. Nel paese c’è una sorta di rivoluzione e il momento del cambiamento. Anche lo Stade Lavallois, che allora giocava nella CFA, si ribellò agli ordini di “Mimi”. Fin dalla sua prima stagione sulla panchina della Mayenne, l’ex insegnante e giocatore dilettante ha permesso allo Stade Lavallois di accedere alla seconda divisione, sinonimo di visibilità nel panorama del calcio professionistico francese. Quasi un’anomalia per i tifosi più comuni che si scervellano per localizzare Laval sulla mappa della Francia. Questa promozione inaugura anche una collaborazione schietta e bella tra un allenatore e il suo presidente, Henri Bisson, arrivato alla guida del club nel 1947. Il tandem Le Milinaire-Bisson diventa la testa pensante dei Les Tango e farà crescere il club durante gli anni Anni ’70-’80.
Michel Le Milinaire sulle mitiche figurine francesi che sanno moltissimo di vintage
A partire dalla salita in prima divisione al termine della stagione 1975-‘76. Secondo nel suo girone dietro allo Stade Rennais, il Laval vince il duello contro la Stella Rossa negli spareggi e così raggiunge l’élite per la prima volta nella sua storia. Per ben quindici anni, lo stadio Francis Le Basser vibrerà al ritmo dell’alto livello con in più grandi imprese. All’inizio degli anni Ottanta, lo Stade Lavallois, ben radicato nella D.1, conclude per due stagioni consecutive con un sorprendente quinto posto in classifica (1982 e ‘83). Nel 1983 questa posizione era sinonimo di qualificazione alla Coppa UEFA. Questa è l’ora di gloria e l’apogeo del sistema Le Milinaire.
Di fronte al primo turno contro la formidabile Dynamo Kyiv nella stagione 1983-‘84, lo Stade Lavallois elimina tra la sorpresa di tutti una squadra sovietica incredula per l’occasione (0-0 e 1-0). L’impresa, anche se di breve durata, colloca ancora Laval sulla mappa d’Europa per gli osservatori del calcio. Il seguito si concretizza purtroppo in un lento declino per il club della Mayenne, forse a causa della mancanza di mezzi finanziari nonostante il contributo del suo leggendario sponsor “Président” (appartenente al gruppo Besnier) che incrocia la maglia ogni stagione.
Ancora due immagini dello Stade Lavallois risalenti agli anni Settanta
Lo Stade Lavallois lotta per mantenere il suo posto nell’élite, cosa che fa onorevolmente, classificandosi nel ventre molle della classifica fino alla stagione 1989-‘90. I Les Tango finiscono penultimi e retrocedono. Nel frattempo, il duo alla guida del club perde uno dei suoi componenti dopo la morte del presidente Bisson (29 marzo 1988). Niente sarà più come prima e, in seguito ai continui fallimenti nella corsa per il ritorno in D.1, Michel Le Milinaire viene licenziato dal suo incarico di allenatore nell’ottobre 1992, quasi un quarto di secolo dopo il suo insediamento.
Si è ripreso lo Stade Rennais durante l’annata successiva. In omaggio alla storia, il club bretone viene promosso in prima divisione a fine stagione e la mantiene fino alla fine del suo mandato nel 1996. Raggiunto il limite di età, Michel Le Milinaire deve ritirarsi con la soddisfazione del lavoro realizzato nel corso della sua grande carriera costruita sul lavoro e sul concetto del bel gioco.
Oltre al cappellino che lo caratterizza, Michel Le Milinaire oggi lascia un segno indelebile nella famiglia del calcio francese attraverso i suoi principi e la sua concezione all’Auxerre del collega e amico Guy Roux sulla gestione di un club e dei suoi uomini. Lo Stade Lavallois gli deve una statua. Al dritto e sottosopra, Laval rimane Laval anche se gli amanti dei Les Tango hanno avuto il cuore sconvolto dalla scomparsa del suo leggendario allenatore.
Mario Bocchio