Se avesse i baffi potrebbe giocare nel Santos
Ago 4, 2024

I tifosi bianconeri dell’Udinese di una certa età sicuramente si ricordano di Walter Franzot, classe 1949, di Cervignano, cui alla fine degli anni Sessanta fu affibbiato l’appellativo di perla nera per la sua classe, per come si muoveva sul terreno di gioco.

Walter Franzot ai tempi dell’Udinese

Era uno dei perni dell’Udinese di Gipo Viani, che stravedeva per lui tanto che nell’ottobre del 1969 disse che “se Walter avesse i baffi potrebbe giocare nel Santos”. Era il brasiliano dell’Udinese (38 presenze complessivamente) che qualche mese dopo lo cedette alla Roma per un centinaio di milioni.

I giornali dell’epoca parlano di Franzot

La perla nera oggi ha sempre avuto come fraterno amico Gigi Delneri, con cui ha iniziato a giocare a calcio all’inizio. Poi le strade dei due si sono divise: Franzot è passato dapprima alla Pro Cervignano, poi alla Sangiorgina quindi (1966) all’Udinese assieme all’attaccante Giulio e al terzino Sgrazzutti. Delneri invece si è accasato alla Spal. Franzot è stato un centrocampista brillante, uno dei migliori talenti del calcio italiano. Nella Roma ha disputato 75 gare, quindi nel 1973 è passato al Verona con cui ha militato sino al 1980 collezionando 171 gettoni di presenza. Ha chiuso con il calcio giocato quattro anni dopo nel Montebelluna.

Con la maglia della Roma

Ha militato anche nell’Under 21 di Serie C, nell’Under 21 e nell’Under 23 di Serie A, oltre che nella Nazionale Olimpica e nella rappresentativa nazionale di serie B.

In un undici della Roma 1972-’73, è il primo accosciato da sinistra, e in gol contro il Milan a “San Siro”

Da allenatore ha guidato Grosseto, Paganese, Trento, Monfalcone, Ala e Arco. Dal 1984 al 1987 gli Allievi, la Berretti, la Primavera dell’Udinese e in seguito quella della Triestina. È stato anche selezionatore della rappresentativa del Friuli Venezia Giulia.

Insieme a Helenio Herrera (a sinistra) e ritratto insieme a Fabio Capello e Elvio Salvori

A cavallo tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta la Roma è costretta a pescare a piene mani dalle serie inferiori per sopperire ad una cronica carenza economica. È così che vengono “scoperti” giocatori dalle dubbie qualità che si sono messi in mostra in squadre di provincia.

Sulle figurine “Panini”, nella Roma (a sinistra) e nel Verona

È questo il caso proprio di Franzot, che la Roma pesca ad Udine dopo che nell’ultima annata il centrocampista si è messo in luce disputando quasi tutto il campionato da titolare.

In posa con Dino Zoff prima di una sfida tra il Verona e la Juventus al “Bentegodi”

Il Verona 1976-’77. In piedi da sinistra: Sirena, Zigoni, Busatta, Superchi, Bachlechner e Mascetti. Accosciati: Logozzo, Maddé, Franzot, Negrisolo e Luppi

Nei quattro anni che passa nella capitale riesce a ritagliarsi un discreto ruolo nel centrocampo di Herrera, segnando anche diverse reti. E vincendo il torneo Anglo-Italiano.

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