Anche se il suo nome evoca una salsa piccante molto forte per i nostri palati, lascia in bocca un po’ amaro a Bastia e Rennes. È qui che Daniel Solsona, giocatore spagnolo, ha deciso di stabilirsi all’inizio degli anni ’80. Due esperienze però molto contrastanti. Ma prima ancora, Solsona aveva avuto una carriera calcistica in Spagna, all’ombra dei castelli e dei bastioni inespugnabili della Liga.
Tutto iniziò il 10 gennaio 1952 per Daniel Solsona. È nato a Cornellà de Llobregat, una cittadina vicino a Barcellona, e per tutta la sua infanzia sognava di giocare per il Barça. Nel 1970 il desiderio di Solsona si avvera. Ma nell’altra squadra di Barcellona, il RCD Espanyol. Senza amarezza al momento, Daniel Solsona lo ha sopportato e ha comunque giocato otto stagioni all’ombra del grande rivale, con una squadra che purtroppo ha faticato a vivere nel ventre molle della Liga durante questo decennio.
Anno dopo anno, i “Blanquiazules” finiscono tra il 7° e il 15° posto. Ma Solsona assapora comunque i gusti dell’alto livello nelle stagioni 1972-73 e 1975-76. Le due migliori dell’Espanyol, che prima sale sul podio (3°) poi un piede sotto (4°). Ma non abbastanza nemmeno per saltare sul soffitto. Daniel pensa di meritare di meglio e parte per il Valencia nel 1978.
Sempre nell’Espanyol, sulle figurine
Nel comune del Cid, Solsona gioca con i campioni del mondo Mario Kempes e Rainer Bonhof e si diverte un po’ di più sul prato del Mestalla. La squadra è ben attrezzata per giocare ai vertici della classifica e sfiora il podio ogni stagione (7°, 6°, 4° e 5° tra il 1979 e l’82). Solsona tocca qualcosa ma non sa ancora cosa.
Prima fu la Coppa di Spagna nel 1979 a spese del Real Madrid (2-0) e l’anno successivo, questa volta a livello europeo, la Coppa delle Coppe riportata dall’Heysel dopo una vittoria ai rigori in porta a spese dell’Arsenal.
Solsona arricchisce il suo curriculum con pochi ingredienti piccanti che esaltano il gusto della sua carriera limitata a sette piccole presenze in nazionale tra il 1973 e il 1981. Daniel sta cavalcando il successo quando prende un’onda in bocca. La sua ultima stagione a Valencia fu un flop, i “Merengots” finiscono in un modesto quindicesimo posto. La maionese è andata a male, Daniel Solsona cerca di evitare l’indigestione.
Nel Valencia (le prime due immagini, da sinistra) e con la maglia della Spagna
Va poi in esilio in Francia nell’estate del 1983. Direzione Corsica e Bastia. Lo Sporting fatica a ritrovare gli antichi splendori e sembra lontano anni luce dalla sua favolosa epopea europea del 1978. Nonostante una Coppa di Francia al suo attivo, la squadra ha perso molti elementi senza trovare complementarietà con i nuovi arrivati. L’obiettivo del club è puntare sulla seconda parte della classifica.
Decimo nel 1984, lo Sporting sfiora la correzione nella stagione successiva (14esimo nel 1985) e sfiora il peggio nel 1986, quando finisce ultimo. Del suo soggiorno in Corsica, Solsona alla fine conserva solo bei ricordi del tempo trascorso in piscina o a scherzare con i suoi coinquilini.
Retrocesso in D.2, Daniel Solsona si va subito in un altro covo di indipendentisti e firma per lo Stade Rennais per la stagione 1986-’87.
La duplice esperienza francese raccontata dalle figurine
In Bretagna, il nazionale spagnolo non ha più tanto entusiasmo per lottare in campo e, con i suoi compagni di squadra Voordeckers, Gérard Lanthier, Gérard Soler, Patrice Rio e Guy Lacombe, compone una squadra di semi-ritirati. Troppo vecchi per correre in campo, i Rennais disputano una stagione monotona terminata con l’ultimo posto in classifica. Daniel realizza così la doppietta con due mazze diverse. Grande impresa! Logorato dalla Francia e dal peso dei suoi anni, Daniel Solsona decide di ritirarsi in Spagna al Sant Andreu. Un ultimo momento a 34 anni per giocare senza temere gli orrori del risultato a tutti i costi.
Mario Bocchio