Nato il 12 aprile 1954 a Ostricourt in Alta Francia: è già un segno. Il difensore di origini algerine Noureddine Kourichi comincia a galoppare sul prato di Nungesser a Valenciennes (1976-‘81) con i Ch’tis. Corre, corre Kourichi, come una malattia d’amore, così veloce e lontano che attraversa la Francia sull’asse Nord-Sud-Ovest per raggiungere i Girondins di Bordeaux (1981-‘82) dove trascorre una stagione opaca e poco brillante, un po’ logorato dalla maratona, probabilmente come Forrest Gump.
È ora di riprendere fiato, ed ecco Noureddine che torna al Nord e al Lille (1982-‘86). Con il LOSC impara di nuovo a saltellare come un matto ma questo è legittimo perché ha sempre i mastini sul culo. Stanco delle sue lunghe e frenetiche corse attorno a Grimonprez-Jooris, Kourichi decide poi di rallentare il ritmo stabilendosi in Svizzera a Martigny (1986-‘87) dove tiene il passo e si gode aperitivi con i suoi amici trendy e appassionati di musica.
Nell’Algeria
Sulla roccia più precisamente. Una stagione pazzesca poi si torna in Francia, a Bayeux. Kourichi conclude lì la sua carriera in silenzio e coglie l’occasione per cambiare la carta da parati nella sua nuova casa.
Jean Tigana, Bernard Lacombe, Alain Giresse, Gerard Soler
François Bracci, Nordine Kourichi, il compianto Dragan Pantelic, Marius Trésor
Noureddine Kourichi ha continuato a inseguire sempre titoli (grazie alla sua instancabilità) e imprese, come quella ottenuta ai Mondiali dell’82 con l’Algeria in una partita memorabile contro la Germania Ovest. Quel giorno correvano anche i tedeschi, ma non nella direzione giusta. Mancavano le zanne… sulle gambe. Noureddine invece, sapeva come fare.
Mario Bocchio