L’ex centravanti della Jesina, ancora oggi amatissimo da chi l’ha visto e vissuto, ai tempi della Reggina in B siglò un rigore decisivo con la rabona”, il primo della storia
Tra gli attaccanti più importanti della storia della Jesina, Ricardo Paciocco occupa ancora oggi un posto di rilievo tra gli sportivi leoncelli.
Arrivato a Jesi nella lontana stagione 1981-‘82, vi rimase sino a quella successiva, in cui la Jesina sfiorò la C1 grazie al terzo posto, promozione poi conquistata finalmente l’anno dopo.
Paciocco a Jesi (a sinistra) e nel Milan
Grazie all’allora ds Ermanno Pieroni e ad una delle sue innumerevoli intuizioni, Paciocco arrivò a Jesi dopo un’annata difficile al Teramo costellata da infortuni, ma le sue qualità non sfuggirono al direttore sportivo leoncello, che puntò senza mezzi termini sull’attaccante abruzzese, nato a Caracas i Venezuela.
Con la Jesina, Paciocco esplose letteralmente con due stagioni da record, fatte di 60 presenze e 26 reti, condite dal prestigioso Premio del “Guerin d’Oro” per la Serie C2, riservato al giocatore con la media voto più alta.
Dalla Jesina, il salto direttamente al Milan, dove trovò la concorrenza dell’attaccante inglese Luther Blisset, in un calcio allora come oggi preso dall’esterofilia, rivelatosi poi uno dei più grandi “bidoni” della storia del calcio italiano. L’attaccante così, passò ad ottobre al Lecce, dove conquistò nella stagione 1984-‘85 la prima storica promozione in A dei salentini con 9 reti, risultando il capocannoniere della squadra.
In un undici del Lecce
Nella massima serie, oltre al Lecce, un’esperienza al Pisa di Dunga e un’altra salvezza nella stagione del ritorno in Salento con Carletto Mazzone, arrivata proprio grazie a una sua rete decisiva nello scontro diretto col Torino, segnata a Luca Marchegiani allora estremo difensore dei granata, poi retrocessi.
Infine, il passaggio alla Reggina in B, dove Paciocco siglò nella stagione 1989-‘90 una rete molto particolare, un gol con la rabona, il primo in assoluto realizzato nel campionato di calcio italiano.
Ricardo Paciocco ancora nel Lecce (a sinistra) e nel Pisa
È il 13 maggio 1990 e la Reggina, lanciatissima verso la A poi sfuggita di un soffio, incontra la Triestina. Teatro del match è l’allora “Stadio Comunale”, intitolato successivamente ad Oreste Granillo, ex presidente e sindaco della città.
La gara è ferma sull’1-1 e al 75’ viene concesso un rigore alla Reggina. Sul dischetto va Ricardo Paciocco che, davanti ad uno stadio da tutto esaurito fa gol, ma quasi nessuno si accorge subito di come viene calciato il penalty. Solo successivamente, rivedendo le immagini al rallenty, ci si rende conto della prodezza del giocatore amaranto. Il rigore infatti, è stato calciato con la rabona, colpendo cioè il pallone, dopo un movimento incrociato, con il piede arretrato.
Paciocco quel gesto l’aveva fatto con successo più volte in allenamento, e in una recente amichevole con la Nazionale Militare, difesa sempre da Luca Marchegiani, tanto che mister Bolchi lo aveva anche rimproverato di compiere un gesto poco rispettoso verso gli avversari, anche se per l’attaccante non era affatto così. Nessuno però, poteva pensare che Paciocco l’avrebbe ripetuto in una gara ufficiale.
Anni dopo, il compianto ex allenatore della Reggina Bruno Bolchi, per tutti “Maciste”, commentò così il gesto del suo attaccante: “È una cosa unica nel suo genere, tipica di grandissimi campioni, gente sicura delle proprie qualità tecniche. Ci vuole anche una grande personalità per fare una scelta di questo tipo, perché ti assumi una responsabilità di fronte a tutti, alla squadra, alla società, ai compagni e ai tifosi. È anche una dimostrazione, oltre che di sicurezza nelle proprie qualità, anche di una grande personalità”.