Spesso usata a sproposito, stavolta la definizione calza a pennello: Paolo Cimpiel è un campione dimenticato, e in pochi si ricordano di lui. Ma ha parato il destro di Pelè, calcato i campi degli Stati Uniti quando ancora il calcio a stelle e strisce non era ancora una moda per ex giocatori e vestito la gloriosa maglia del Bologna.
Insomma, ne ha da raccontare. Era un portiere, uno di quelli destinati a fare strada, figlio della grande scuola friulana che negli stessi anni dava i natali e i fondamentali a Dino Zoff.
Cimpiel sulle figurine. Dall’alto in senso orario: nel Bologna, nel Verona e con Catanzaro, Cesena e Taranto
Nato nel 1941 a Sant’Andrea di Pasiano, in provincia di Pordenone, dopo aver giocato con Azzanese e Portogruaro, nel 1961 Cimpiel è convocato tra i pali del Bologna dal presidente Renato Dall’Ara.
Ricordi di Pescara
Soprannominato dai giornali il Gatto rosso per il colore dei capelli, dopo l’esperienza con i campioni d’Italia, milita un decennio in diversi club: Brescia, Verona, due anni a Catanzaro e due a Cesena e quattro stagioni al Taranto.
In Canada nel Toronto Metros-Croatia
Negli anni ’70 è in Serie C con il Pescara che conquista la memorabile promozione nella serie cadetta, che agli abruzzesi mancava da oltre vent’anni. Poi va a Chieti.
Insieme al grande Eusébio
Quando nel 1976 sta per appendere le scarpe al chiodo, arriva una telefonata dal Canada: viene convocato dai Toronto Metros-Croatia, in squadra col Pallone d’Oro Eusébio; insieme sfidano miti viventi come Pelè – in forza ai Cosmos di New York – vincendo infine il campionato di calcio Nord Americano, il primo titolo per il club di Toronto.
Rientrato in Italia diventa preparatore dei portieri dell’Osimana, ma il club marchigiano gli chiede aiuto in porta: si rimette i guanti per altri tre anni in Serie C2.