L’unica partecipazione del Bologna all’allora Coppa dei Campioni risale alla stagione 1964-’65.
Dopo il tradizionale ritiro estivo a Pievepelago, esaurita l’onda lunga dei festeggiamenti per il settimo scudetto, ecco l’appuntamento-chiave della nuova annata. A pochi giorni dal via del nuovo campionato, con una serie di amichevoli non esaltanti alle spalle, il debutto ufficiale del Bologna avviene a Bruxelles, allo stadio Emile Versè, per il primo turno di Coppa Campioni con il forte Anderlecht, fresco di decimo titolo nazionale e reduce da un cammino europeo eccellente fino ai quarti l’anno prima. Un fuoriclasse su tutti: la mezzapunta Paul Van Himst, talentuosissimo numero 10 del Belgio e dei Paars-wit, di cui è un’autentica bandiera. Il Bologna giochicchia, non si scopre, non rischia ma si addormenta, e proprio Van Himst a inizio secondo tempo ne buca la svagata retroguardia. I rossoblù entrano in confusione, non riescono a riorganizzarsi, termina 1-0 e si torna a casa con la consapevolezza di essersi complicati la vita e avere perso una buona occasione per ipotecare già in Belgio la qualificazione al turno successivo, che prevede l’affascinante sfida al Liverpool.
Un mese dopo, in un caldo mercoledì pomeriggio di inizio ottobre, al Comunale davanti a 40mila appassionati la banda di Bernardini aggredisce la partita, mettendo con Pascutti e Nielsen un doppio sigillo che conferma una netta superiorità tecnica; il passaggio del turno sarebbe certificato se Haller non si divorasse il 3-0, ed ecco quindi la beffa a un minuto dalla fine con un tiraccio di Stockman che supera Negri e ammutolisce il pubblico. Tutto da rifare, con “bella” in campo neutro una settimana dopo.
Ci si sposta quindi al Nou Camp di Barcellona, mercoledì 14 ottobre 1964, quasi sessant’ anni fa: i rossoblù inizialmente macinano ancora gioco e dominano la scena, sorretti da un ispiratissimo Bulgarelli, da un eccezionale Haller e dalle granitiche sicurezze di Tumburus e Janich che non concedono nulla agli avanti bianco-malva. Ma non è destino: Nielsen, appisolato tutta la partita, non partecipa mai alla manovra aspettando solo la palla buona, che gli arriva per ben due volte ma viene sempre sprecata malamente.
Non incide a lungo mandare Pascutti, molto largo e mai nel vivo del gioco, tenta tre affondi Perani ma senza troppa decisione, e lo 0-0 si protrae fino alla disputa dei tempi supplementari. Si capisce che gli dei del calcio stanno voltando le spalle al Bologna quando a Trappeniers battuto Ezio colpisce la traversa, fino all’ulteriore triplice fischio. Non è ancora in vigore la lotteria dei calci di rigore, bensì un assai più crudele sorteggio.
L’arbitro iberico Zariquiegui al centro del campo scaglia una moneta da 5 pesetas, che strappa un sorriso isterico ai due capitani Pavinato e Lippens conficcandosi al suolo, un po’ fangoso, esattamente in verticale, non cadendo su nessuna delle due facce. Incredibile. Secondo tentativo: se esce l’aquila passa il Bologna. Esce Francisco Franco, finita qui.