Era un’Inter grande, era la Grande Inter. Quella che aveva vinto due Coppe dei Campioni di fila, e che era anche campione d’Italia in carica. Nella stagione 1965-‘66 la squadra allenata da Helenio Herrera vede la sua corsa in Europa arrestarsi in semifinale, contro il Real Madrid.
In campionato l’andamento dei nerazzurri fu meno regolare del solito, con qualche caduta inaspettata come la sconfitta di Catania, subito cancellata da sei successi consecutivi. Una stagione illuminata da Giacinto Facchetti, autore di 10 gol, un record per un difensore – il primato verrà poi battuto da Marco Materazzi nella stagione 2000-‘01, 12 gol con la maglia del Perugia.
Qualche scivolone nella fase finale del campionato permise a Bologna e Napoli di farsi sotto. Fino al 15 maggio 1966, con San Siro pieno, Inter-Lazio. Il vantaggio iniziale per l’Inter con un gran destro di Luis Suárez su punizione. Nella ripresa accadde di tutto: prima il pareggio della Lazio con Renna al 58′, poi la grande reazione nerazzurra: il 2-1 di Sandro Mazzola, con l’iconica esultanza, il 3-1 grazie all’autorete di Governato e infine il 4-1 con il destro di Domenghini.
Vittoria e tripudio: secondo scudetto consecutivo e decimo nella storia nerazzurra, con la stella che viene cucita sulla maglia.