Ci sono partite indimenticabili che restano segnate dal fuoco. Nella memoria dei tifosi, ma anche degli appassionati di calcio in generale. Una di queste partite è quella giocata in Argentina il 25 gennaio 1978, l’anno del Mundial, tra Independiente e Talleres de Córdoba.
Quell’anno era la gara di ritorno del Nacional e all’andata le due squadre avevano pareggiato 1-1. La rivincita è stata emozionante: El Rojo perde 2-1 e al 29′ del secondo tempo si ritrova con tre uomini in meno, ma alla fine Ricardo Enrique Bochini pareggia: 2 a 2. E il Rey de America è campione in una giornata da ricordare.
Entrambe le squadre avevano disputato una grande stagione in quel Nacional. El Rojo aveva vinto il Gruppo D con 21 punti, lasciando il Belgrano indietro di due punti in classifica. Il Talleres, dal canto suo, ha vinto il Gruppo C con 20 punti, distanziando il Racing Avellaneda, di tre lunghezze.
In semifinale, il Talleres ha avuto la meglio su Newell’s, che era stato il leader del Gruppo A (hanno pareggiato 1-1 e li hanno sconfitti 1-0), mentre l’Independiente ha eliminato l’Estudiantes (vincitore del Gruppo B), dopo aver pareggiato 1-1 e vinto 3-1.
La finale si è svolta tra le due migliori squadre dell’epoca. L’Independiente era appena stato campione della Libertadores nel 1972, 1973, 1974 e 1975. Pato Pastoriza era l’allenatore e aveva una grande squadra.
Anche il Talleres era protagonista di livello e aveva ottimi giocatori, come Galván, Oviedo e Valencia, i tre campioni del mondo pochi mesi dopo.
Quella notte nel Barrio Jardín, la squadra di Avellaneda scese in campo con: Rigante; Villaverde e Osvaldo Pérez; Pagnanini, Galván e Trossero; Britez, Larrosa, Outes, Bochini e Magallanes. Nella ripresa entrano Biondi e Bertoni.
Il Talleres, diretto da Roberto Saporiti (poi assistente di campo di Menotti nel Mondiale ’78), lo ha fatto con: Guibaudo; Galván e Ocaño; Astudillo, Ludueña e Binello; Bocanelli, Reinaldi, Bravo, Valencia e Cherini. Syeyyguil è entrato nella ripresa.
Norberto Outes aveva portato l’Independiente in vantaggio dopo 29 minuti di gioco. Ma il Talleres ribalta la situazione nel secondo tempo. Prima con un rigore di Cherini al 15′, poi il 2 a 1 è frutto del gol di Bocanelli.
I giocatori dell’Independiente si lamentano con l’arbitro Roberto Barreiro (ritiratosi poco dopo) dicendo che il gol di Bocanelli era stato fatto con la mano, e così è stato. Ma il direttore di gara, interrogato, vista la veemenza nella rivendicazione dei calciatori di Avellaneda, decide di espellere Enzo Trossero, Rubén Galván e Omar Larrosa.
La vittoria avrebbe dato il titolo al Talleres, ma l’Independiente era ad un soffio dal vincere il campionato: se avesse pareggiato con due gol avrebbe potuto diventare campione grazie alla rete segnata in trasferta (l’andata era finita 1-1). E non si rassegnava.
Ma Bochini voleva lasciare il campo. E ha chiesto a Pastoriza di ritirare la squadra dal campo di gioco. Il tecnico non si lasciò dominare dalle emozioni e dalla febbre del momento e disse loro: “Di qui non se ne va nessuno. Noi restiamo. Siate uomini, non andate via”.
Così è andata. La partita è continuata. È stato drammatico. Il Talleres ha avuto diverse possibilità per chiudere la gara. Ma non ci riuscì. E dopo 38 minuti di gioco Bochini realizza uno storico, epico 2 a 2, che regala il torneo all’Independiente.
Il 10 festeggiò il titolo e quel giorno era anche il suo 24esimo compleanno: aveva ancora molto da dare al calcio.
Mancavano una manciata di minuti alla fine, ma El Rojo ha difeso la parità con le unghie e con i denti e ha festeggiato davanti a 25.000 tifosi di Córdoba che aspettavano con impazienza il primo titolo della loro storia.
Nonostante sia stata una partita calda, con litigi ed espulsioni, né sugli spalti né sul campo di gioco è successo nulla. Non ci sono stati eccessi o distruzioni. L’Independiente ha fatto il giro olimpico. Di più: la popolazione locale ha finito per applaudire e riconoscere lo sforzo e il lavoro dei rivali. Esempi che restano nel passato.
Miguel Oviedo, che poi avrebbe giocato nell’Independiente e saltò quelle ultime partite per infortunio, dichiarò ciò che visse in quella finale: “El Pato fu fondamentale in quel titolo. Disse ai giocatori che stavano rientrando negli spogliatoi di non andarsene. ‘Che siano uomini e vincano’. Lui era rimasto all’imbocco del tunnel e aveva rimandato dentro i ragazzi che volevano mollare. Ci mancava un po’ più di maturità, forse, per essere campioni. Avevamo una grande squadra”.
Questa partita giocata allo stadio La Boutique ha avuto un significato politico. La dittatura militare governava il paese e seguiva da vicino il calcio, e il generale Mario Benjamín Menéndez, che era l’uomo forte di Córdoba, assistette alla partita: era lo stesso che si arrese agli inglesi nelle Isole Malvinas e che più tardi è stato arrestato per crimini contro l’umanità.
Amedeo Nuccetelli, intanto, presidente del Talleres, lottava per il trono dell’AFA. Dicono che la sconfitta abbia limitato le sua aspirazioni e che al suo posto, con il titolo sotto il braccio, si sia consolidato Julio Humberto Grondona, il presidente del Rojo, che sarebbe diventato presidente della Federcalcio nel 1979.
Mario Bocchio