
E’ una storia molto triste quella che stiamo per affrontare. Si tratta della storia di un ragazzo cremonese, Aristide Rossi, un giocatore dal futuro roseo che è deceduto a seguito di un infortunio durante una partita di campionato di Serie B nel 1937.


Aristide Rossi nasce l’8 settembre 1914 a Cremona, ed esordisce con i grigiorossi alla penultima giornata di Serie A, il 29 giugno 1930, a soli 15 anni, 9 mesi e 21 giorni. Non fu però un esordio felice: sconfitta 4-3 a Brescia per una Cremo già condannata alla retrocessione. Rossi fu forse l’unica nota lieta in quella stagione. La Cremonese rivedrà la massima serie solo 54 anni dopo. Le categorie inferiori danno però a Rossi l’occasione di diventare il terzino titolare, a partire dal 1931. Era un laterale di spinta, molto veloce e dotato tecnicamente. Di lui si ricorda l’atletismo, la tenacia, e le fughe lungo la fascia alla ricerca del traversone per i compagni.
Ma il destino fu crudele al giovane cremonese. Il 2 maggio 1937, la Cremo scese in campo a Messina per la tredicesima giornata di ritorno di quella Serie B. Dopo una partita maschia e ricca di agonismo, durante una mischia in area di rigore, Rossi andò a sbattere violentemente contro la base del palo. Fu prontamente curata l’evidente ferita alla testa, ma una volta in ospedale i medici non ne individuarono una ben più grave ai polmoni. Dopo quasi quattro mesi di agonia, il ragazzo si spense a soli 23 anni il 31 agosto. Una vera tragedia, un colpo tremendo per tutto l’ambiente grigiorosso e per la città intera. Alessandro Mainardi, giornalista ufficiale del club, scrisse: “Non rivedremo più sul rettangolo di gioco il nostro miglior terzino, il nostro più corretto e scrupoloso atleta, il giovane dal più brillante avvenire”.