Durante il periodo comunista, i rumeni acquistavano il cibo razionato con la e ricevevano l’acqua calda solo a determinate ore. Tuttavia, il regime non ha avuto remore quando si è trattato di costruire lo stadio più costoso del paese a Scornicești, il villaggio della Muntenia dove nel 1918 è nato Nicolae Ceaușescu. Dopo più di trent’anni dalla sua inaugurazione, la costruzione, costata oltre 22 milioni di dollari, rimane un misto di incuria e abbandono.
Nel corso degli anni, porte e finestre sono scomparse e l’umidità è ovunque. Da un posto all’altro ci sono camini che emettono fumo nero e soffocante. Adesso in diversi locali dimorano le persone più disagiate, sono diventati una specie di alloggi sociali, per così dire. Beh, ce ne sono… uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto… nove! L’argomento è tabù. Una troupe spagnola si è spinta si qui per un reportage. Stanno filmando, ma le porte degli inquilini rimangono chiuse.
Ceaușescu in visita ad uno dei tanti cantieri (a sinistra) e la tribuna centrale dello stadio di Scornicești
Così si è ridotto lo stadio più costoso, a casa di Ceaușescu, a Scornicești, vicino a Slatina. Tra il 1985 e il 1988, quando il paese era affamato e al buio, Vasile Lică Bărbulescu, cognato di Nicolae Ceaușescu, ordinò la costruzione di uno stadio da 25.000 posti, progettato per durare 400 anni. Il lavoro è costato 400 milioni di lei. Sono oltre $ 22 milioni al momento.
Nella fase in cui fu costruito, Ceaușescu non lo sapeva. L’area era stata cantierata con delle assi molto alte, in modo che non si potesse vedere all’interno. Quando Ceaușescu venne in visita al suo paese natale, vide quella tavole alte sistemata lì in quel modo. E disse: “cosa c’è?” Lică Bărbulescu, suo cognato, e sua sorella non dissero altro che: “Stiamo costruendo uno stadio”. E lui rispose: “Se l’hai già fatto, continua così”.
Quella dello stadio è stata la seconda grande arroganza nella storia del calcio di Scornicești. La prima fu nel 1978. Per passare dalla Divisione C alla B, L’OLT (fondato come Viitorul Scornicești) diede vita al più grande scandalo nella storia del calcio rumeno. Avrebbe dovuto segnare più gol dei diretti avversari, il Flacăra Moreni (in fortissimo odore di Securitate), che giocava in uno stadio diverso. Con la complicità dei miliziani e dell’arbitro, vinse per 18 a zero contro Electrodul Slatina, dopo che il match fu allungato all’occorrenza.
Non c’erano telefoni per sapere in tempo reale il risultato del Flacăra , così fu messa un auto della polizia ogni 30 chilometri per creare un ponte radio. E un poliziotto, durante l’intervallo, sbagliò il risultato, comunicando un 9 a 0. Nel secondo tempo l’OLT iniziò a segnare gol a raffica. Nelle divisioni inferiori non c’erano osservatori, nessuno avrebbe potuto controllare. Il giorno dopo, sui giornali, non è stato scritto nulla su ciò che era realmente accaduto. Alla fine la squadra raggiunse anche la Prima divisione.
Siamo andati a recuperare la formazione che ottenne quella scandalosa vittoria: Anghel, Cotigă, Pană, Bucurescu, N.Păun, P.Petre, P. Manea, Şoarece, Culea, Martinescu Mincu. L’allenatore era Dumitru Macri, che da calciatore vanta il primato di essere stato il primo candidato di nazionalità rumena a concorrere per il Pallone d’Oro negli anni ’50, quando giocava nel Rapid Bucarest, e che il regime aveva obbligato ad accettare l’OLT nonostante fosse alla guida dell’Algeria. Il capitano della squadra era Lucianu Martinescu e la “stella” Gheorghe Şoarece, anche lui obbligato a lasciare la Dinamo Slatina.
Tra i più clamorosi episodi di malaffare calcistico, c’è anche quello raccontato dall’ex difensore Aurel Mincu: “Giocavamo in casa contro il Metalul Bucarest, eravamo ancora sullo 0-0, quando loro hanno segnato un gol regolare. Noi abbiamo rimesso la palla in gioco, ma il nostro presidente Dumitru Dragomir, che stava seduto su uno sgabello vicino al campo, mi ha fatto cenno di andare dall’arbitro e dirgli che c’era stato un fuorigioco. L’arbitro mi ha aspettato, poi ha chiesto al guardalinee che gli ha confermato il fuorigioco, e così il gol è stato vergognosamente annullato. I giocatori del Metalul si sono arrabbiati talmente tanto che per protesta sono rimasti immobili in campo, letteralmente. Il nostro compagno Şoarece, si è trovato così solo davanti alla porta: gol. Abbiamo rimesso la palla in gioco, loro hanno battuto il calcio d’inizio e si sono fermati di nuovo. Ne abbiamo segnato un altro. L’arbitro ha poi fischiato la fine all’82’, il risultato di 2-0 è stato poi confermato”.
Gheorghe Hagi, da avversario, regalò un gran al pubblico di Scornicești, da circa venti metri, nell’angolino, con il piede destro. Tutti si aspettavano che calciasse con il sinistro, ma colpì con il destro.
Durante i grandi incontri, i leader comunisti della contea si rilassavano nella loggia dello stadio. Il comandante supremo era Emil Bărbulescu, nipote del dittatore, capo della milizia di Slatina e presidente della squadra di Scornicești.
Amico intimo dei cugini Valentin e Nicu Ceaușescu, Bărbulescu ha negoziato accordi, si è concesso qualsiasi cosa, in qualsiasi momento. E i suoi calciatori hanno vinto in una sola partita… quanto un ingegnere in tre mesi. Ogni giocatore era impiegato nelle fabbriche a Scornicești. Due da una parte, tre dall’altra. Ma i grandi guadagni arrivavano dalle vittorie in campo. Avevano gratis carne, latte, uova, cioccolato e Pepsi , una bibita americana proibita in Romania.
Tra i giocatori che hanno indossato la casacca dell’OLT, spicca Victor Piţurcă, talmente bravo che la Valentin Ceaușescu,lo volle alla Steaua, dove nel 1986 vinse la Coppa dei Campioni. Ma non si possono dimenticare anche Ilie Bărbulescu, Ilie Dumitrescu, Ilie Balaci, Adrian Bumbescu e Dan Petrescu, che giocò anche in Italia nel Foggia e nel Genoa prima di spiccare il volo per il Chelsea.
La caduta del comunismo ha fatto crollare anche la storia calcistica dello Scornicești. La squadra della famiglia Ceaușescu venne sciolta nel 1990. Lo stadio è stato chiuso. La squadra ora lottando nella polvere dei campionati minori
Per mantenere la squadra e riparare lo stadio, oggi si è deciso di affittare gli spazi sotto le tribune. Il progetto è quello di ristrutturare questo stadio il più possibile, perché è un peccato lasciarlo nello stato in cui è sprofondato.
La città è povera, necessita dell’ampliamento della rete del gas, del risanamento termico degli isolati e di nuovo asfalto su ventidue chilometri di strada. Negli ultimi anni, duemila persone hanno lasciato la città natale di Nicolae Ceaușescu per una vita migliore. È la definitiva certificazione del fallimento di quello che doveva essere il modello del villaggio socialista.
Mario Bocchio