“Qui è nato Gaetano Vasari”. Basta la scritta che campeggia in una strada di Borgo vecchio per capire quanto sia conosciuto l’ex attaccante del Palermo nel quartiere dove è nato e cresciuto e dove ha cominciato a tirare i primi calcio ad un pallone. Suo padre, Ferdinando, faceva il barbiere e spesso affidava a Tanino, come lo hanno sempre chiamato tutti, compiti di “ragazzo” di bottega e poi anche di apprendista barbiere.
Il resto della città ha imparato a conoscerlo grazie al calcio e a una doppietta in Coppa Italia contro il Parma dei campioni. Vasari era uno dei giocatori più importanti del Palermo “dei picciotti” allenato da Ignazio Arcoleo che ha fatto sognare tanti tifosi fino a quel momento più scottati dalle delusioni rosanero che esaltati da successi che sarebbero arrivati solo qualche anno più tardi.
“Tanino” nel Palermo
E proprio a Vasari è legato l’ultimo gol in serie B prima della storica promozione in serie A trentadue anni di distanza dopo l’ultima volta. Al padre in punto di morte Vasari aveva promesso che avrebbe riportato il Palermo nel massimo campionato e nell’ultima giornata del campionato di serie B siglò l’ultimo gol della stagione ed esultò mostrando una maglietta con la foto del padre. Gol ed esultanza commossero l’intero stadio.
Nella sua carriera Vasari dopo Trapani e Acireale e la prima esperienza nel Palermo ha vestito anche le maglie di Cagliari, Sampdoria e Lecce prima di tornare nel Palermo di Zamparini in cui fu ingaggiato a gettone e sarebbe stato disposto a rimanere anche gratis.
Appese, ma non del tutto, le scarpette al chiodo, visto che continua a giocare a livello amatoriale, e ha avviato un’attività con il panificio in via de Gasperi.
Tanino era già stato protagonista di un fatto di cronaca negli anni scorsi per avere rifiutato di pagare il pizzo. Una serie di intercettazioni rivelarono che cosiddetti uomini d’onore lo avvicinarono per “mettersi in regola”, ma lui rifiutò di pagare rispondendo anche a muso duro, al punto che qualcuno aveva anche pensato di fargliela pagare.