Fatih Terim, nella sua carriera, ha vinto molto, soprattutto in Turchia: non lo chiamano “l’Imperatore” per caso. L’allenatore ha guidato in diverse occasioni il Galatasaray al successo, scrivendo alcune delle pagine più importanti della storia calcistica turca.
All’estero vanta solo due esperienze, entrambe in Italia: una alla Fiorentina e una al Milan, entrambe concluse anticipatamente, ma fisse nella memoria di tutti.
Carattere forte, Terim ha sempre guidato i suoi club con rigore e disciplina: la stessa che si vede attraverso le telecamere di Netflix, che ha prodotto una docu-serie proprio sull’allenatore turco, ripercorrendo la sua carriera dall’inizio alla fine.
Appesi gli scarpini al chiodo, e dopo aver allenato Ankaragücü e Göztepe, Terim guida la Nazionale turca ai primi Europei della sua storia, nel 1996, in Inghilterra, prima di sedere sulla panchina del Galatasaray e vincere quattro titoli consecutivi, ma soprattutto una Coppa UEFA contro l’Arsenal.
Nel 2000 passa alla Fiorentina, portandola in finale di Coppa Italia (poi vinta contro il Parma), ma per dei dissidi con Vittorio Cecchi Gori decise di presentare le dimissioni. Silvio Berlusconi, colpito dal suo gioco, lo chiama al Milan, ma la sua esperienza dura fino a novembre.
Nonostante abbia vinto un derby contro l’Inter, in rimonta, a pesare, come viene raccontato nel corso della terza puntata della docu-serie, è il rapporto non idilliaco con lo spogliatoio.
“Girava voce che alcuni giocatori non volessero lavorare con lui, e con alcuni giocatori intendiamo Inzaghi, per esempio. Ha sbagliato un rigore in una partita contro il Torino: c’è chi dice che l’abbia fatto apposta. Forse c’era davvero un gruppo che era contro l’allenatore”.
A parlare è Ümit Davala, difensore turco che Terim aveva già allenato al Galatasaray e che portò in rossonero: il giocatore si riferisce a un tiro dal dischetto fallito proprio nella gara tra Torino e Milan che costò la panchina all’Imperatore.
Storie di un’altra generazione calcistica: Terim allenerà fino a gennaio 2022, quando si dimette dopo un periodo molto negativo nella sua ennesima esperienza al Galatasaray. Rimarrà per sempre nella storia del club, comunque.