Gennaro Rambone è stato un autentico giramondo che, partendo dalla sua Napoli, ha allenato e giocato in squadre di mezza Italia dalla Serie A ai campionati minori. Il gabbiano, questo era il suo soprannome, è addirittura volato anche per un breve periodo all’estero, in Francia, per ricoprire l’incarico di preparatore dell’Olympique Marsiglia, quando Bernard Tapie sognava di poter ingaggiare Diego Maradona.
Rambone calciatore: nel Catanzaro (a sinistra) e nel Napoli, contro il Milan
Rambone fa il suo esordio come calciatore, nel ruolo di ala, nella squadra partenopea del Dopolavoro della Cirio, club progenitore dell’Internapoli, in cui fa buona mostra di sé attirando l’interesse di club professionistici tra cui il Catanzaro. Proprio con la squadra giallorossa scrive alcune delle pagine più importanti della sua carriera da calciatore trionfando nella Serie C 1958-‘59 e contribuendo al salto di categoria grazie alle sue qualità di ala sgusciante ed estrosa.
Il gabbiano resta tra le aquile cinque stagioni non continuative, interrotte solo da una parentesi nel “suo” Napoli in Serie A, una pagina un po’ tribolata in cui riesce a esprimere solo in parte le sue potenzialità prima del rientro in Calabria. Dopo aver chiuso definitivamente col Catanzaro milita nel Brescia, nel Venezia e nella Salernitana prima dell’approdo a Matera nel 1965-‘66, una stagione particolare che vede a livello societario chiudersi il ciclo Zaccagnini e aprirsi l’era Salerno.
Nelle ultime sei giornate di quel campionato, in cui segnò anche due reti, Rambone prese in mano le redini della squadra in coppia con Mimì De Nicola (suo scopritore calcistico, lo aveva lanciato nelle giovanili del Napoli) sostituendo Ignazio Mancini, fungendo quindi da allenatore e giocatore come spesso si usava all’epoca; il duo napoletano garantì la salvezza al primo Matera di Serie D. Visto il buon risultato, anche il campionato successivo si aprì con il tandem Rambone-De Nicola alla guida tecnica ma poi, a causa dei risultati non all’altezza, inevitabilmente ci fu un avvicendamento in panchina con Enrico Di Santo.
Rambone così fu il primo di una discreta serie di allenatori “made in Matera”, che nella città dei Sassi terminarono la carriera da calciatori e furono lanciati come allenatori; dopo di lui hanno seguito lo stesso percorso Chiricallo, Veneranda, Zurlini e Giannattasio, solo per citarne alcuni. Da Matera infatti Rambone iniziò una lunga carriera da allenatore che lo portò a girovagare per l’Italia, allenando dai campi di Promozione fino alla Serie A.
Nel 1980-‘81 ritornò in biancazzurro all’indomani della retrocessione dalla Serie B: un’esperienza sfortunata terminata con una nuova retrocessione. Rambone non riuscì a dare un’impronta diversa a quel Matera che pagò il contraccolpo psicologico e tecnico della retrocessione dal campionato cadetto e così alla ventesima di campionato la squadra passò a Vincenzo Antezza.
Nonostante questo episodio, il futuro gli riserverà alcune grosse soddisfazioni: nel 1982-‘83 Ferlaino lo chiama alla guida tecnica del Napoli, una situazione difficile con la squadra all’ultimo posto. Rambone accetta la sfida con entusiasmo ed in coppia con il petisso Pesaola riesce a salvare gli azzurri.
Dopo aver allenato in numerose piazze tra cui Messina, Catania e Catanzaro, chiude definitivamente con la carriera di allenatore nel 1992. E ormai pensava di fare l’allenatore. Lo assunse Tapie all’Olympique Marsiglia come preparatore. Rambone era un fissato e uno studioso della preparazione atletica dei giocatori. L’avventura francese durò un anno perché Tapie fu travolto dagli scandali. Negli ultimi anni della sua vita ha partecipato come opinionista televisivo ad alcune trasmissioni sportive su canali locali campani ma anche su reti nazionali al fianco del comico e conduttore Gene Gnocchi.