Nei giorni dl mondiale in Qatar abbiamo più volte sentito la pubblicità del podcast “Mondiali senza gloria” tratto dal libro scritto da Giovanni Mari e Daniele Soffiati.
Molto interessante l’argomento, si parla infatti dei due mondiali vinti dall’Italia in epoca fascista e dunque i Mondiali 1934 e 1938. Argomento spinoso al quale non avevo mai fatto particolare caso nel conteggio dei nostri mondiali vinti, pari solo a quelli della Germania.Si tratta in realtà di due mondiali in cui un forte spinta propagandistica ha avuto la meglio, pare, su quella sportiva. Anzitutto l’assegnazione da parte della FIFA del mondiale 1934 è avvenuto solo dopo che il governo di Mussolini non aveva ottenuto l’assegnazione delle Olimpiadi. L’offerta era fuori da ogni storica designazione e cioè i soldi offerti riguardavano la copertura delle spese di ogni paesi partecipante senza alcun aggravio per loro e con un’offerta di sicurezza e di impianti che andava oltre ogni attesa da parte della FIFA.
La forza del governo fascista è stata tale da predisporre gli stadi come esaltazione del partito fascista (la forma di “D” di Duce ancora oggi è caratteristica dello stadio Artemio Franchi di Firenze) e tale da affiancare allo stemma dei Savoia sulla maglia dei giocatori il fascio littorio. Non solo, a completare questa esaltazione, il governo affiancò alla Coppa Rimet (allora la coppa del Mondo) la Coppa del Duce, osannata dalla stampa dell’epoca come un prestigioso riconoscimento.
Riguardo allo svolgimento dei giochi invece molti dubbi sorgono sia sulla pianificazione delle partite che sulla designazione degli arbitri. Una per tutte la fase eliminatoria in cui la Grecia incontrava l’Italia, con una partita di andata in cui l’Italia ha vinto 4-0 ed un ritorno in cui la Grecia ha rinunciato all’incontro per riconoscimento della superiorità della squadra avversaria. Sembra che fiumi di denaro sia finito nelle casse della Federcalcio greca per questo risultato.
Non avevo mai pensato in questi termini alle nostre vincite del mondiale, anzi è sempre stato motivo di orgoglio per me, così come per i miei figli, il fatto che siamo tra le due squadre nazionali che detengono il maggior numero di titoli mondiali. Dobbiamo ridisegnare la storia?
Non credo, credo piuttosto che i tempi cambiano, le modalità pure ma le interferenze politiche sul calcio così come sulle Olimpiadi sono sempre state numerose. Gli stessi autori del libro infatti fanno riflettere sui mondiali in Qatar, così come su quelli in Russia a suo tempo disputati. Ed è questo lo scopo della storia: farci riflettere.
Francesco Bianchi