In questa domenica di Natale è morto Fabian O’Neill. Aveva solo 49 anni. Un mago del calcio. Un calciatore spettacolare, ambidestro, un genio della palla. Zinedine Zidane una volta ha detto che O’Neill è stato il miglior calciatore con cui abbia mai giocato in carriera. Entrambi hanno condiviso una stagione, quella 2000-’01, alla Juventus.
Durante la sua permanenza nel calcio italiano negli anni ’90, O’Neill ha giocato con Cagliari, Perugia e Juventus. C’è un video che è diventato virale nelle ultime ore, da quando l’ex centrocampista uruguaiano era stato ricoverato in terapia intensiva, che lo riprende quando realizzò addirittura tre tunnel contro Gennaro Gattuso in Cagliari-Salernitana.
O’Neill era nato a Paso de los Toros il 14 ottobre 1973, un talent scout lo portò al Nacional di Montevideo per giocare con le squadre minori. Era difficile per lui adattarsi perché gli mancavano la sua città, i suoi parenti. Il suo primo allenatore in tricolore è stato Héctor “Chino” Salva.
“Non ero molto convinto di venire a Montevideo, i primi giorni volevo andare via, perché mi mancava la famiglia. In Quarta Divisione, quando vincemmo il campionato con 12 punti di scarto sulla seconda e si diceva che l’allenatore potesse essere promosso in Prima Divisione, mi sentivo bene nella capitale”, ha raccontato Fabián all’epoca alla rivista Dean.
Il suo debutto in Prima Divisione è avvenuto l’8 aprile 1992. Con il Nacional ha collezionato 136 presenze, ha segnato 34 gol ed è stato campione uruguaiano nel 1992, ha vinto la Liguilla nel 1993, il Clausura nel 1995 e l’ Apertura nel 2003. In una delle sue prime partite con il Nacional, contro il San Paolo per la Copa Libertadores, ha subìto un grave infortunio al ginocchio che lo ha tenuto inattivo per diversi mesi.
Ha esordito in Copa América in Ecuador nel 1993 con la maglia della nazionale uruguaiana, entrando dopo 83 minuti di gara contro gli Stati Uniti sostituendo Adrián Paz. È stata l’unica partita che ha giocato in quel torneo perché era infortunato. Non ha giocato nemmeno nelle qualificazioni ai Mondiali del 1994, perché non è stato convocato dall’allenatore Luis Cubilla.
Nella stagione 1995-‘96 si trasferì al Cagliari. Fu portato da Francisco “Paco” Casal, il manager che a quel tempo aveva un forte rapporto d’affari con il club sardo. O’Neill è stato in rossoblù per cinque stagioni consecutive, nel 2000 è passato alla Juventus e l’anno successivo ha giocato sei mesi a Perugia e sei ancora a Cagliari.
Nel 2003 è tornato in Uruguay per giocare ancora con il Nacional. Il 6 aprile il Nacional ha affrontato il Miramar Misiones per l’Apertura al Parque Viera e i biglietti erano esauriti perché quel giorno, oltre al Mago, era tornato in tricolore anche Sebastián Abreu.
Ha giocato otto partite guidate da Daniel Carreño e si è ritirato volontariamente dal club e dal calcio professionistico, a causa di discrepanze con il presidente Eduardo Ache. La sua ultima partita è stata il 26 agosto contro il Danubio per la Copa Sudamericana.
“Accetto di guadagnare $ 10.000, ma se qualcuno dall’estero viene a guadagnare più di me, me ne vado”, aveva detto O’Neill. A metà di quell’anno Julio Dely Valdés tornò al Nacional con suo fratello Jorge.
Con la nazionale uruguaiana, O’Neill ha giocato 19 partite tra la Copa América 1993, le qualificazioni a Francia 1998 e a Corea e Giappone 2002. Ha fatto parte della Celeste ai Mondiali asiatici, ma non è mai sceso in campo. Si è ritirato all’età di 30 anni e dopo un breve e ridicolo ritorno al calcio giocato nel club Tito Borjas di San José, si dedicò ai campi e alle corse dei cavalli. La sua vita è svanita lentamente a causa della sua dipendenza dall’alcol. Anche i soldi che aveva accumulato durante la sua carriera, si sono evaporati a poco a poco.
“Quando giocavo a calcio arrivavo ad avere 15 milioni di dollari in banca, li spendevo in donne e alcol, ma riempivo anche la tavola di cibo per chi ne aveva bisogno, oggi che sono povero incontro quelle persone che ho aiutato e non mi salutano nemmeno”, aveva sempre confessato O’Neill.
Ieri, sabato 24 dicembre, è stato ricoverato per un’ emorragia interna, e questa domenica di Natale è morto.
Mario Bocchio