La storia della Juventus parte, come nei racconti più belli, dalla passione di un gruppo di ragazzi per quel gioco di pallone ancora lontano dagli schemi e le regole (anche economiche) del futuro football. Proprio da questi momenti di condivisione di un gioco che per quegli studenti del Liceo Classico “Massimo D’Azeglio” di Torino che si riunivano dopo scuola in un campo torinese rappresentava molto di più che una semplice corsa dietro alla palla, nacque la Juventus.
La nascita ufficiale dello Sport Club Juventus si fa risalire al 1 novembre 1897 e il simbolo di quella gioventù che dà il nome alla squadra è ancora rappresentato, attraverso il richiamo di un immaginario velatamente romantico, dalla panchina di corso Re Umberto dove quei ragazzi tra i 14 e i 17 anni relegavano zaini, libri e costrizioni per dedicarsi al calcio.
Nel 1899 la società abbandonò l’appellativo di Sport Club, generico richiamo ad un’associazione di tipo sportivo, e assunse il nome di Football Club Juventus. L’anno successivo si iscrisse al primo campionato nazionale e il primo titolo giunse nel 1905; solo nel 1903 i colori ufficiali della squadra divennero i classici bianco e il nero (fino a quel momento la maglia era stata rosa, colore ripreso negli ultimi anni dal club, accompagnata dal nero di una cravatta o papillon). Bisogna aspettare invece il 1923 per assistere all’avvento dell’ era Agnelli della Juventus: il 24 luglio l’assemblea dei soci nomina infatti presidente Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della FIAT. Nello stesso, fortunato, anno debutta in squadra uno dei nomi più importanti fra i portieri bianconeri, Giampiero Combi.
Dopo il secondo scudetto, la Juve ne conquisterà cinque consecutivi dal 1930 al 1935.
“…Perché la Juventus, dopo già un secolo di storia, è diventata una leggenda. Una leggenda che è sorta in un liceo di Torino e che ha finito per conquistare nove, dieci milioni di tifosi in Italia e, certo, altrettanti all’estero con un nome, una maglia e dei colori conosciuti in tutto il mondo” disse Giovanni Agnelli,