Giuseppe Marchioro, storico allenatore della Reggiana, inizia la sua carriera nel 1968, come vice di Nils Liedholm e di Gigi Radice sulla panchina del Monza. Esperienza fondamentale nella sua formazione. Nel 1970 è primo allenatore del Verbania in Serie C; due anni più tardi è alla guida dell’ Alessandria, con la quale si aggiudica la prima Coppa Italia per semiprofessionisti. Nel ’74-’75 è a Como in Serie B, dove ottiene la promozione in A. L’anno successivo guida il Cesena nella massima divisione, portandolo al addirittura al piazzamento Uefa.
Successi che non passano inosservati, tanto da consentirgli di sedersi, nella stagione ’76-’77, sulla panchina del Milan. Purtroppo l’esperienza con i rossoneri si conclude con un esonero; il Mister milanese deve dunque ricostruire la propria carriera.
Gli anni successivi lo vedono sulla panchina di Cesena, Como, Avellino, Prato, Barletta (squadra con la quale ottiene la promozione in Serie B) e Foggia; fino ad approdare, nella stagione ’88-’89, alla guida tecnica della Reggiana. Un’esperienza lunga e ricca di soddisfazioni, senza dubbio la più importante da allenatore.
Nel 1988 la Reggiana, che milita in Serie C, nutre l’ambizione di approdare nel campionato cadetto; pertanto decide di affidarsi ad un allenatore esperto della categoria, come Pippo Marchioro, che ha già ottenuto delle promozioni nella sua carriera.
Tra la Reggiana ed il Mister è subito amore; un feeling naturale con società e tifosi che lo porterà ad ottenere traguardi sorprendenti. Sono state sei le indimenticabili stagioni alla guida della Reggiana.
Nella prima, nell’annata ’88-’89, Marchioro firma subito un successo ottenendo la promozione in Serie B. Dopo un inizio di campionato stentato, la squadra inizia a metabolizzare la sua idea di calcio; il girone di ritorno è dunque una straordinaria cavalcata; grazie ad una difesa solida la squadra riesce a mantenere l’imbattibilità per oltre quattro mesi. Nell’ultima partita casalinga contro il Prato, ottiene la vittoria che regala alla Reggiana la conquista del campionato e la promozione in Serie B.
L’anno successivo la Reggiana si regala un settimo posto nel campionato cadetto, giocando da protagonista. È l’anno della consacrazione dell’attaccante Andrea Silenzi, che raggiungerà a fine stagione le 23 reti; entrando nei desideri del Napoli, che lo acquisterà per 6 miliardi di lire. Le due stagioni, dal 1990 al ’92, vedono la Reggiana di Mister Marchioro consolidare il proprio ruolo di protagonista in Serie B. Sono anni nei quali la squadra mostra di avere le carte in regola per poter ambire ad una promozione; il gioco è convincente, ma la discontinuità dei risultati impedisce alla squadra emiliana di raggiungere l’alta classifica.
In questi anni a mettersi in luce è un altro attaccante importante: Fabrizio Ravanelli; Mister Marchioro lo fa crescere, facendolo notare alla Juventus, la quale lo acquisterà nell’estate del ’92. Il campionato successivo vede una Reggiana ormai matura; Marchioro conosce alla perfezione i propri uomini, il suo è un gruppo consolidato, forte mentalmente e capace di rendersi protagonista fin da subito. La difesa rimane il punto forte del suo gioco; a questa contribuisce anche Luca Bucci, portiere promettente che l’anno successivo vestirà la maglia del Parma in Serie A. La Reggiana di Pippo Marchioro si aggiudica il suo primo campionato di Serie B, ottenendo così la promozione nella massima categoria.
La stagione in Serie A non è certo semplice e Marchioro lo sa bene; una categoria impegnativa, oltre a ciò la difficoltà di plasmare una squadra rinnovata nell’organico. Arrivano giocatori nuovi: il portiere Taffarel, l’attaccante Padovano ed il fantasista Futre. La squadra lotta nella bassa classifica, rimanendo però sempre aggrappata al treno salvezza fino al termine della stagione. Nell’ultima giornata di campionato, Marchioro e i suoi si contendono la permanenza in Serie A con il Piacenza; quest’ultimo non va oltre il pareggio con il Parma, mentre la Reggiana va in scena a San Siro contro il Milan. Una sfida “impossibile”, nella quale è obbligata a vincere.
In quel primo maggio del ’94, la Reggiana in campo al Meazza è semplicemente commovente; lotta con tutte le sue forze per rimanere aggrappata al sogno salvezza. È l’esatta immagine del proprio allenatore, un uomo che non si è mai arreso alle difficoltà; capace di trasmettere ai propri ragazzi l’insegnamento più importante: andare oltre i propri limiti e credere ai sogni. La fotografia della partita può essere racchiusa nello splendido goal di Esposito, nella straordinaria parata di Taffarel e nella forza di una squadra capace di resistere con il cuore all’assalto finale del Milan. Sono ben 11.000 i tifosi emiliani in festa a San Siro.
L’impresa targata Pippo Marchioro è stata quella di guidare una squadra dalla Serie C fino alla Scala del calcio, ottenendo una storica salvezza in Serie A. Ciò che verrà dopo sarà invece avaro di soddisfazioni per il Mister; la rottura con Franco Dal Cin, l’esonero e qualche altra esperienza meno fortunata con Genoa, Venezia, Cesena e Triestina; fino al ritiro al termine della stagione ’97.