L’iconico attaccante del Bologna Harald Nielsen è l’unico giocatore danese ad aver vinto due volte il titolo di capocannoniere della Serie A italiana.
Originario del Nordjylland, il precoce giovane giocatore ha iniziato nella sua città natale, Frederikshavn, ed è salito alla ribalta a soli 17 anni. Il talentuoso centravanti si fece notare particolarmente durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Vinse una medaglia d’argento e, soprattutto, finì come capocannoniere della competizione con sei gol in sette partite.
Fu quindi del tutto naturale, nell’estate del 1961, dover lasciare il suo paese per essere ingaggiato dal Bologna. Il campionato scandinavo non era ancora professionistico e il Paese dal canto suo non investiva ancora nel calcio: Nielsen arrivò pertanto in Emilia Romagna con ancora lo status di dilettante. Sotto contratto, non ha più potuto essere – e non lo fu più – convocato in Nazionale.
Il suo record con la maglia dei Rød-Hvide rimase quindi fissato su una performance più che lusinghiera: 15 reti in 14 gare! Divenne da subito un elemento chiave del Bologna, il club di punta del periodo fascista (sei volte campione tra il 1924 e il 1941) che cercava di riconquistare l’antico splendore. Quarto nel 1962 e nel 1963, il Bologna tornò campione d’Italia nel 1964. Un anno segnato dalla morte per infarto del suo presidente Renato Dall’Ara, che non sopravvisse all’eccezionale tensione accumulata per tutta la stagione.
Harald finì di nuovo al secondo posto nel 1966 e sull’ultimo gradino del podio nel 1967. Accanto all’italiano Ezio Pascutti, Nielsen impressionò l’intera critica italiana. Attaccante veloce e deciso, il danese fu, come detto, capocannoniere due volte (nel 1963 e nel 1964).
Cinque stagioni e mezzo le sue in Emilia, che rimarranno tra le migliori dei Veltri. Tuttavia, l’idillio aveva avuto difficoltà a iniziare. Harald era un artista e suonava come meglio credeva.
Sempre presente per andare a segnare, ma spesso apatico prima di scendere in campo, venne soprannominato dai tifosi bolognesi Dondolo.
A 25 anni lasciò la sua città adottiva per l’Inter, che aveva appena fallito in finale di Coppa dei Campioni contro il Celtic e non aveva fatto meglio di un secondo posto in campionato. È un Moratti vendicativo che rompe il salvadanaio soprattutto per reclutare il giocatore. Il compenso pagato per il suo trasferimento fu il più grande mai sborsato all’epoca: 300.000 sterline. L’operazione fu un fiasco.
In nerazzurro Nielsen passò più tempo in infermeria che in campo. Vittima di infortuni ricorrenti, giocò pochissimo e non fu in grado di aiutare la squadra a fare meglio di un deludente quinto posto in campionato. Al termine della stagione 1967-‘68 lasciò la Beneamata per trascinare con sè i suoi problemi fisici a Napoli e Samp, prima di appendere le scarpe al chiodo nel 1970, a soli 28 anni. Il miglior bombardiere del dopoguerra del Bologna è scomparso l’11 agosto 2015 all’età di 73 anni.
Mario Bocchio