Ci sono stati molti strani infortuni nel corso degli anni che hanno stroncato le carriere dei calciatori. Ce n’è stato però uno incredibile, che ha avuto ripercussioni disastrose per il giocatore coinvolto. Era l’ottobre del 1970, il giorno in cui un cane furioso pose fine alla carriera di Chic Brodie.
Brodie, portiere scozzese, ha iniziato la sua carriera al Manchester City giocando come vice del leggendario Bert Trautmann. Nei quattro anni a Maine Road non ha mai collezionato un’apparizione in prima squadra.
Per acquisire esperienza e soprattuttogiocare, Brodie scende di categoria con Gillingham e Aldershot. Ad Aldershot mette insieme quasi cento presenze prima che il Wolverhampton si gararantisca le sue prestazioni nel febbraio 1961. Brodie si trasferisce per la cifra consistente, allora, di £ 9.000. Il suo tempo trascorso ai Wolves tuttavia non è ricordato come memorabile. E dopo una sola presenza è di nuovo in procinto di fare le valigie. Questa volta al Northampton Town.
Brodie gioca regolarmente due stagioni, quindi lascia County Ground nel novembre 1963, dopo 97 apparizioni con i Cobblers. L’ultimo scalo di Brodie è a Londra con nel Brentford City. Nonostante abbia preso in consegna la maglia numero 1 dal fedele Gerry Cakebread, viene sempre tenuto sotto pressione da Gordon Phillips, che scalpita alle sue spalle. Il 27 novembre 1970 tutto il suo mondo crolla in circostanze bizzarre.
Ma prima facciamo un passo indietro per raccontare altri tre episodi “bizzarri” capitati a Brodie, che gli appiopparono la nomea di jellato. Nel 1964 il Brentford gioca a Carlisle, ad un certo punto si accascia a terra e deve abbandonare il campo in barella: uno spettatore dalle tribune di Brunton Park lo ha colpito con un sasso al ginocchio.
L’anno seguente, sempre in trasferta a Millwall, vicino alla linea della sua porta scorge un oggetto metallico: fa per raccoglierlo e scopre che si tratta di una granata. Istintivamente la getta dietro la porta: panico totale, la partita si ferma, poi la polizia appura che in realtà l’ordigno era vuoto.
Nel 1970 a Griffin Park le Bees biancorosse ospitano il Lincoln City: dopo aver alzato un pallone sopra la traversa, compiaciuto del gesto Brodie si attacca alla stessa che si spezza: cade di schiena, si fa male, la gara riprende dopo 45 minuti.
Veniamo all’infortunio letale che ha dell’incredibile.
Durante una partita in trasferta contro il Colchester United, ad un certo punto un cane terrier bianco corre in campo. Con la partita in pieno svolgimento l’animale va a cozzare violentemente contro il ginocchio sinistro di Brodie. Crolla a terra con un dolore atroce. La folla in quel momento esulta non conoscendo l’intera portata dell’infortunio causato dal cane.
“What a tackle! What a great tackle!”, le parole del telecronista, divertito.
In realtà Brodie ha i legamenti del ginocchio gravemente danneggiati.
Il cane furibondo ha posto fine alla carriera di Chic Brodie.
Sebbene ottenga altre cinque presenze con il Brentford, l’infortunio subito dal cane è grave. Abbastanza per chiudere la sua carriera professionale, che annovera il riconoscimento di essere entrato nella Hall of Fame del Brendtford, dopo che per due campionati i tifosi lo avevano eletto il loro calciatore preferito e dopo che per una stagione era risultato il miglior giocatore in assoluto del club.
Brodie lascia il calcio professionistico, gioca ancora a livello amatoriale e per vivere fa il taxista a Londra. Muore nel 2000 ad appena 63 anni, era solito scherzare: “Quel cane sarà anche stato piccolo, ma ha dimostrato di essere bello solido…”. In fondo l’aveva presa con filosofia.
Mario Bocchio