La sensazione che milioni di italiani hanno provato nel tardo pomeriggio del 18 giugno del 2002 è quella che si prova dopo essere stati vittime di una grande ingiustizia. Rabbia, frustrazione e impotenza dilagano lungo tutto lo Stivale, da nord a sud: l’Italia è fuori dal Mondiale. Eppure non è l’eliminazione in sé che fa imbestialire i tifosi nostrani in quella calda giornata di venti anni fa, bensì il modo incredibile e ai limiti del grottesco in cui è maturata.
Le premesse sono più che dovute: siamo nel bel mezzo del Mondiale nippo-coreano del 2002 e gli azzurri, dopo aver superato non senza qualche difficoltà il girone di qualificazione, arrivano agli ottavi e incontrano i padroni di casa della Corea del Sud. Il Daejeon World Cup Stadium – come ricostruisce il Guerin Sportivo -è una vera e propria bolgia dantesca, un catino infernale in cui 40.000 coreani urlano a ritmo di tamburo, rivangando la vittoria che nel 1966 ci buttò fuori dal torneo disputato in Inghilterra, nonostante gli artefici del miracolo di allora fossero i giocatori della Corea del Nord. Che qualcosa non va lo si capisce da subito: dopo appena tre minuti l’arbitro ecuadoregno Byron Moreno ammonisce Coco per un fallo non particolarmente duro su Park, dopo cinque assegna un rigore ai giocatori in maglia biancorossa per una trattenuta lieve di Panucci su Seol. Dagli undici metri Buffon ipnotizza Ahn e riesce a tenere il risultato sullo 0-0. Nonostante risulti evidente l’atteggiamento ostile del direttore di gara nei confronti dei nostri ragazzi, gli azzurri riescono a portarsi in vantaggio poco prima del ventesimo con Vieri, ammutolendo i 40.000 presenti.
Da lì in poi Byron Moreno si scatena: prima ammonisce Totti per uno scontro di gioco abbastanza irrilevante, poi grazia un colpo galeotto di Kim Tae Young ai danni di Del Piero. Il coreano era già stato sanzionato con un giallo e avrebbe meritato di finire sotto la doccia. Durante la seconda frazione i nostri mancano in più di un’occasione il raddoppio, prima del pareggio beffardo di Seol a due minuti dal termine.
Per gli uomini di Trapattoni è una doccia fredda: gli sforzi profusi non hanno portato alla vittoria e il match avrà bisogno dei tempi supplementari per determinare il vincitore con la regola del golden goal. Al tredicesimo dell’extra time Moreno si supera: Totti si invola in area e viene atterrato dal numero 22 coreano. Il fischietto sudamericano invece di concedere il rigore ammonisce per simulazione il numero 10 degli azzurri, che finisce così sotto la doccia. Rimane iconico nella mente di molti italiani lo sguardo rassegnato di Totti, oltre al capannello intorno a Moreno capeggiato da un Di Livio furibondo.
Al 115’ Tommasi si ritrova solo davanti alla porta coreana per segnare quello che sarebbe il golden goal, ma il guardalinee argentino sbandiera un fuorigioco inesistente: niente da fare, l’Italia questa partita non può vincerla. Appena due minuti dopo Ahn segna di testa il gol della vittoria coreana, che ci spedisce a casa al termine di una partita incredibile. I dubbi sulla regolarità del match saranno infittiti dal turno successivo, quello in cui i padroni di casa supereranno la Spagna ai rigori al termine di un’altra partita all’insegna dei torti arbitrali.
Byron Moreno arbitra ancora per un anno, poco e male, venendo accusato in patria di aver combinato il risultato di Barcelona Sporting Club e Liga Quito, partita in cui fa giocare per 13 minuti oltre il novantesimo, dopo aver concordato “solo” 6 minuti di recupero.
Nel 2010 viene arrestato dalla DEA all’aeroporto JFK di New York, colto in fragrante mentre cerca di entrare negli Stati Uniti con 6 chilo di eroina nascosti sotto i vestiti.
“Essere chiamato codardo da Moreno mi mancava!” Il messaggio, siamo nel 2019, è di Giovanni Trapattoni, che rispose, tramite la sua nuova passione social, all’arbitro ecuadoriano che era tornato a parlare di quel Corea del Sud-Italia. “Come voto mi darei un bell’otto” aveva detto Moreno a Futbol Sin Cassette non molto prima. E ancora: “Non ho danneggiato l’Italia. Non c’era rigore su Totti, non c’è stato niente di strano. Trapattoni è stato un codardo come sempre. Espulso Totti, ha messo Tommasi, l’unico capace di attaccare era Del Piero”. Trapattoni non esitò a lanciare la sua risposta. Molto diretta: “Codardo io? Io invece reputo Moreno molto coraggioso (o folle) per essere tornato a difendere quell’arbitraggio. Caro Byron, la prigione e gli anni non sembrano averti trasmesso un minimo di umiltà”.