Gli albori del calcio femminile
Dic 5, 2022
Nettie Honeyball

“C’è stato uno spettacolo sorprendente nel quartiere di Nightingale Lane Ground, Crouch End, sabato pomeriggio. Lo stesso Crouch End si è sfregato gli occhi e dato pizzicotti sulle braccia. Per tutto il pomeriggio un treno carico di gente eccitata proveniente da ogni parte, e la rispettabile serie di carrozze, taxi e altri veicoli hanno segnato un record nella storia del calcio. Eppure questa enorme folla di diecimila spettatori si era riunita per vedere la partita di apertura del British Ladies’ Football Club”.

Un programma di gioco

Questo è ciò che riportava – come ci racconta Simone Galli – il giornale The Sketch il 27 marzo 1895. Quattro giorni prima, il 23 marzo, si era assistito a un evento fino a quel momento unico: la prima partita di calcio femminile, giocata tra la parte nord e la parte sud della città. Ad organizzare questo storico match era stata una giovane donna che l’anno precedente aveva fondato le British Ladies’ Football Club, il primo club di calcio femminile della storia: Nettie Honeyball. Era un’epoca in cui le donne istruite speravano di ottenere la parificazione dei diritti con la forza dell’argomentazione, incoraggiate dalla concessione, nel 1893, del diritto di voto a tutte le donne in Nuova Zelanda.

Per pubblicizzare la nascita della nuova squadra, Honeyball aveva fatto affiggere in città vari annunci. All’appello risposero in più di cinquanta donne, unite dalla voglia di emanciparsi e giocare a calcio al pari degli uomini. Fu negato loro l’utilizzo dello storico stadio The Oval, ma grazie anche all’appoggio di Charles de Lyons Pyke, ottennero l’accesso al Nightingale Lane, campo adiacente all’ippodromo Alexandra Park. Gli allenamenti, a cadenza bisettimanale, erano condotti da J.W. Julian, centrocampista del Tottenham, che in breve tempo riuscì a far migliorare l’abilità e le conoscenze calcistiche delle sue volenterose allieve. Il campo era in terra battuta, così d’inverno si appesantiva e si ricopriva di fango: ma Nettie e le sue compagne non si davano mai per vinte.

British Ladies’ Football Club

In una intervista rilasciata su The Sketch il 6 febbraio 1895, Nettie Honeyball spiegò i motivi che l’avevano spinta a fondare il club: “Non c’è niente di farsesco nel British Ladies’ Football Club. Ho fondato l’associazione con la ferma intenzione di dimostrare al mondo che le donne non sono le creature ornamentali e inutili che gli uomini hanno immaginato. Devo confessare che le mie convinzioni su tutte le questioni, dove i sessi sono così ampiamente divisi, sono tutte dalla parte dell’emancipazione e non vedo l’ora che arrivi il tempo in cui le donne possano sedersi in Parlamento e avere voce in capitolo nella direzione degli affari, specialmente quelli che le riguardano di più”.

Una stampa che ritrae una delle prime partite femminili in Inghilterra

Uno dei principali problemi riguardava l’abbigliamento. La Londra vittoriana poteva anche essere pronta per il calcio femminile, ma non lo era ancora per le donne in pantaloncini. Così, per scendere in campo, si optò per una combinazione più modesta anche se ingombrante. L’outfit era composto da: camicetta, pantaloni alla zuava (o gonna divisa), berretto da pescatore con nappa. Dopo l’esordio del 23 marzo 1985 le ragazze del British Ladies’ Football Club continuarono la loro attività esibendosi in numerosi luoghi in tutto il paese. Il 6 aprile parteciparono al Charity Festival of Football al Preston Park di Brighton: l’evento fu organizzato per raccogliere fondi in favore di enti benefici e fu incassata una discreta somma grazie ai circa 5.000 paganti presenti.

All’inizio il tour itinerante toccò città come New Brompton, Walsall, Newcastle e Doncaster, attirando la curiosità di un numero sempre maggiore di spettatori. Poi, dal 30 aprile, il BLFC fu impegnato in una affascinante tourneé in Scozia, giocando al St. Mirren Ground di Paisley, al Murchiston Park di Falkirk, al Logie Green di Edimburgo e al Springvale Park di Glasgow. Il lungo peregrinare portò le coraggiose calciatrici in giro per tutta l’Inghilterra, financo in Irlanda, precisamente a Cliftonville e Belfast. Il muro di scetticismo intorno al calcio femminile era stato decisamente abbattuto.

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