Forse in molti non sanno neppure chi sia, ma Stanislao Bozzi (nato ad Apice nel Beneventano, il 2 novembre 1951) tra la fine degli anni ‘60 e negli anni ‘80 era l’attaccante che tutte le squadre cercavano per fare il salto di categoria.
Iniziò nel Chieti e nel novembre del 1969 venne ceduto al Torino, dove vinse il titolo Primavera 1970 e nelle cui fila disputò tre gare in Serie A, esordendo l’8 novembre 1970 in Torino-Fiorentina 1-1.
Poi tanta serie C. Eppure da parte sua Bozzi aveva tutto quello che un attaccante poteva desiderare: tecnica, fantasia, dribbling e tiro.
Ma nel calcio a volte accade anche questo. In serie A e B si sono visti calciatori che a confronto non meritavano affatto le grandi platee.
Non era un attaccante qualunque Stanislao Bozzi, anzi era di quelli che difficilmente segnano gol banali ma che ricercano sempre la giocata difficile, la prodezza che da sola vale il prezzo del biglietto, un piacere per gli occhi vederlo giocare.
Indimenticabile un gol con la casacca del Foggia nel campionato di B 1980-‘81, contro la Sampdoria che divenne sigla di apertura della Domenica sportiva.
E invece , il nostro, fu costretto ad un lungo pellegrinaggio sportivo che l’ha portato a vestire le maglie di Siracusa, Padova, Benevento, Trapani e Nocerina. A Nocera arrivò nel 1976, entrando nel cuore dei tifosi a suon di reti. Alla seconda stagione con i Molossi ecco la promozione in Serie B. Nell’anno della storia 1977-‘78, con Bruno Giorgi in panchina, Bozzi realizzò ben 23 reti; laureandosi capocannoniere del Girone C (chiamata allora Terza Serie) e andando a segno anche nello spareggio promozione contro il Catania.
Nocerina e Catania avevano chiuso il campionato di Serie C a pari punti; per proclamare la vincente serviva dunque uno spareggio, da giocare in gara unica a campo neutro. Era il 18 giugno 1978 e la Lega aveva scelto il vecchio “Militare” di Catanzaro come teatro della sfida. I siciliani erano seguiti da oltre 10mila spettatori, i campani erano poco più di cinquemila, ma potevano contare anche sull’apporto della tifoseria calabrese con la quale strinsero un gemellaggio durato oltre venti anni. Il Catania partiva coi favori del pronostico e passò in vantaggio grazie a un gol di Bortot. La Nocerina prima pareggiò con un calcio di rigore di Stanislao Bozzi, poi ribaltò il risultato grazie a una meravigliosa serpentina di Spada, che fece esplodere di gioia lo spicchio di stadio dipinto di rossonero e tutti i nocerini che soffrivano da casa. Chiancone, Cornaro, Caruso, Pelosin, Pigozzi, Grava, Porcari, Garlini e tutti i calciatori al loro ritorno furono accolti come degli eroi.
Di quella squadra Bozzi era leader e uomo simbolo riconosciuto da tutti e tra lui e la tifoseria scoppiò un amore che continua tutt’ora.
Dopo il ritiro dal calcio giocato, ha intrapreso la carriera di allenatore, anche questa con poca fortuna.