22 Gennaio 1984. Una data impressa a fuoco nella storia del Catania e del calcio italiano. Al “Cibali” è in corso l’incontro Catania-Udinese e, sul risultato di 0-1, al 90’ i friulani guadagnano una punizione dal limite.
Gli spettatori presenti sugli spalti, all’unanimità, acclamano Zico, il campione brasiliano che milita nelle fila della squadra avversaria, ancor prima che quest’ultimo si accinga a battere il calcio piazzato.
Il fuoriclasse non tradisce le attese e beffa il malcapitato Roberto Sorrentino piazzando il pallone sotto l’incrocio, tra gli applausi del pubblico etneo.
Ancora oggi – come sottolinea “Calcio Catania” – la domanda è sempre la stessa: si tratta di una pagina di grande sportività… o, invece, rappresenta una pagina negativa per la tifoseria etnea?
L’impianto di Piazza Spedini non ha mai fatto mancare il proprio lato “nobile” di fronte a gesti tecnici d’eccezione, come dimostrano gli applausi riservati in tempi più recenti a Zola (stagione 2003-‘04) e Dessena (stagione 2009-‘10).
Ma in questi ultimi casi l’elogio dell’avversario, tradizionalmente un “peccato” per i tifosi più integralisti, non è stato unanime e, soprattutto, è avvenuto a giochi fatti, mentre nel caso di Zico ha anticipato lo stesso gesto tecnico.
All’epoca, certamente, hanno inciso: il clima di rassegnazione per il campionato disastroso che stava maturando; l’ammirazione suscitata da Zico in un periodo in cui i grandi campioni stranieri non si potevano ammirare facilmente nel proprio stadio e nel proprio campionato a causa delle norme sui tesseramenti (a quei tempi uno come Zico lo si poteva ammirare al massimo in Tv in occasione dei mondiali perché non esisteva neanche una competizione come la Champions League odierna che raccoglie tutti i principali campioni); inoltre Catania non “vedeva” la Serie A da più di dieci anni e in modo continuo da quasi vent’anni, stava per perderla subito e quindi tale occasione avrebbe potuto essere l’ultima per gustarsi uno spettacolo di prim’ordine come le punizioni di Zico. Ma al netto di tutte le giustificazioni possibili, il dubbio regge tuttora.