Rimarrà per sempre il condottiero che scoprì Gianni Rivera e lo segnalò al Milan di Gipo Viani. Nel 1948 il Como di Mario Varglien, cercava un centromediano per costruire un invalicabile difesa per conquistare la serie A. Lo avevano nella Gallaratese, si trattava di Franco Pedroni, che giocava in più ruoli in difesa. In effetti Pedroni conquistò la serie A con il Como e giocò quasi tutte le partite dal 1948 al 1952. In una gara contro il Milan finito 2 a 2 riuscì a non far segnare Nordhal, e dal quel giorno entrò nei desideri di mercato dei rossoneri.
Alla fine il Como fu praticamente costretto a cedere all’insistente corteggiamento dei rossoneri. Pedroni passò al Milan e il Como senza il suo baluardo, tornò in B. “Pedro” giocò quattro buone stagioni a Milano per poi venir ceduto nel 1956, all’Alessandria dove divenne una bandiera dei Grigi.
Diventò subito un leader, tanto da ricoprire il ruolo di giocatore-allenatore e riuscì a portare anche l’Alessandria in serie A, dopo il drammatico spareggio promozione contro il Brescia. Pedroni si accorse subito di un giovanissimo Gianni Rivera e lo provò in prima squadra contro l’AIK, una squadra svedese, nel maggio 1958 , a soli quattordici anni. Il Golden Boy ricompensò Pedroni segnando anche un gol. Pedroni la stagione seguente lo fece esordire al suo fianco in serie A, il 2 giugno del 1959 in un’Alessandria-Inter finito 1 a 1. Nella stagione seguente, Rivera giocò 25 partite con Pedroni in campo e a fine campionato si fecero avanti a suon di milioni, quasi tutte le società di serie A per acquistarlo. L’Alessandria trovò un pre accordo con la Juventus, ma il suo pigmalione Pedroni, si mise di traverso e portò Rivera al Milan per farlo giocare al fianco di Schiaffino. Pedroni poi giocò una ultima stagione alla Pro Vercelli. L’Alessandria ricambiò il favore anni dopo, dando al Como, Pippo Marchioro, ma questa è un’altra storia.
Mario Bocchio