Insolenti, irredimibili, attaccabrighe, costantemente in bilico sul ciglio dell’autodistruzione. Se il calcio inglese continua ad essere tanto idolatrato è anche grazie ai sussulti di cui l’hanno cosparso questi controversi “Bad Boys”.
Vendette, tafferugli, scivoloni dentro ai fumi dell’alcol e delle droghe, violenza gratuita come mantra, irrisione, tracotanza e l’illusione di sentirsi intoccabili. Un affondo forse poco edificante nel lato più tetro della Premier League, quello dal sapore acre – eppure irresistibile – che preme per essere raccontato.
Di tutto questo racconta il libro “Villains”, edito da Storie di Premier.
La prefazione è di Mario Bocchio, de Il Nobile Calcio:
“Da sempre, per la sua tipologia di gioco intenso, quello inglese si è guadagnato l’etichetta di calcio aggressivo, fisico e duro, con la tendenza dei giocatori a commettere falli cattivi e a collezionare cartellini, attirando spesso critiche e polemiche. Poi ci sono gli eccessi, che si protraggono anche nella vita privata, che nel regno di Sua Maestà fanno la fortuna dei tabloids.
Nove storie raccontate. Nove misteri di un rosario laico. Andiamo con ordine, partendo dal primo: Stuart Psycho Pearce,è il duro per eccellenza. Quindi nell’ordine: Lee Bowyer, la sua è una vita annebbiata dalla droga e incupita addirittura da episodi di razzismo; Craig Bellamy, l’ex stella di Liverpool e Galles, sta lottando contro la depressione; Vincent Peter Jones, per gli amici Vinnie Jones, e in un certo senso anche per gli avversari, che lui ha sempre considerato nemici, proprio lui, sì, è quello che detiene il record del cartellino più veloce della storia, solo tre secondi; Joey Barton, rappresenta l’esempio perfetto del bad boy, viene giudicato uno dei giocatori più cattivi della storia recente della Premier League; Duncan Ferguson, è tuttora il miglior marcatore scozzese della Premier League di tutti i tempi, con 68 reti segnate.
Ed ancora Dennis Wise, oggi diventato uomo di scrivania e che abbiamo avuto modo di conoscere personalmente a Como dove rappresenta la bilionaria proprietà di Robert e Michael Hartono, i due indonesiani tra i cento uomini più ricchi del mondo secondo Forbes. I
nfine l’ultimo mistero, quello che conserva per i posteri il simbolo dell’epoca d’oro dello United, che tramanda il volto truce dell’Inghilterra degli anni Novanta: Roy Keane. Ebbene, dalle storie raccontate di questi personaggi vien fuori una sorta di messa nera del calcio. Alla quale lo stesso non potrà mai rinunciare. Soprattutto se il pallone rimbalza in uno stadio inglese”.