Quando incontrava un giornalista l’approccio era sempre lo stesso: “Hey man”, diceva. Eppure Željko Kalac era ed è un poliglotta provetto, parla 4 lingue ed anche oggi – pur avendo lasciato l’Italia da tempo – si esprime in perfetto italiano. Arrivò al Milan dopo una lunga gavetta e tante prodezze nei tre anni giocati con la maglia del Perugia. Inizialmente avrebbe dovuto fare solo da panchina a Dida ma il portiere australiano seppe ritagliarsi un ruolo importante in squadra e fu amatissimo dai tifosi.
Poco impiegato il primo anno in rossonero, tutto cambiò per lui nel 2006. Ancelotti lo aveva scelto solo come portiere di Coppa Italia ma dopo l’infortunio di Dida in Champions con l’Aek ecco che Kalac divenne il titolare per due mesi.
La legge del pendolo fece sì che fosse poi lui a stare fuori per infortunio 2 mesi. Il tira e molla con Dida si è ripetuto anche l’anno dopo, prima uno poi l’altro ma alla fine a spuntarla fu proprio Kalac e il suo rendimento nel girone di ritorno convinse la società rossonera a rinnovare il suo contratto sino al 2010, ma dopo una stagione in cui scese in campo in una sola occasione, il 12 agosto 2009 rescissse il proprio contratto consensualmente con la società.
Al sito Marcheingol ha rievocato pensieri e parole in rossonero, elogiando Malda come chiama Paolo Maldini ma anche Nesta, Gattuso (“Pazzo scatenato ma con una cultura del lavoro incredibile, al campo arrivava un’ora prima e andava via un’ora dopo”) e soprattutto Pippo Inzaghi: “Ogni anno arrivavano attaccanti forti e nessuno parlava più di Pippo. Risultato? Lui era sempre titolare e segnava. Era incredibile, sentiva il gol”.
I ricordi sono tanti come quella semifinale di Champions League persa 3-2 a Manchester che avrebbe dovuto giocare: “Alle 13 mi disse il preparatore dei portieri: ‘Hei Man, stasera giochi tu’. Pronti, ci siamo. Dopo neanche mezz’ora torna. Niente da fare, si cambia: gioca Dida. Chissà chi era intervenuto a cambiar tutto… Giocare con il Milan non è semplice. Serve personalità. Con me c’erano Nesta, Maldini, Pirlo, Seedorf, Gattuso, Ambrosini,Inzaghi e Sheva. Per giocare a San Siro serve personalità e attributi. Alla prima uscita, invece di giocarla corta, buttai la palla via e Maldini mi rimproverò. ‘Dalla a me, te l’ho chiesta’. Gli risposi che aveva l’uomo. ‘Tu dalla e basta, ci penso io’. L’azione dopo gli passo una bomba sui piedi, lui la stoppa come la cosa più semplice al mondo e la gioca tranquillamente. Ho capito lì di essere al top”.
Dopo il Milan continuò a giocare in Grecia col Kavala. Alla fine della stagione 2009-‘10 Kalac si è ritirato dal calcio giocato. Dopo un anno sabbatico, il 9 agosto 2011 è stato ingaggiato dal Sydney come preparatore dei portieri, club che lascia nel 2015 per passare con i rivali cittadini del Sydney Wanderers. Nell’ottobre 2017, segue l’allenatore del club Tony Popović al Karabükspor militante nel massimo campionato turco. L’esperienza di Kalac in Turchia termina con l’esonero di Popovic e del suo staff nel successivo dicembre. ll 18 giugno 2018 torna nella A-League australiana come allenatore dei portieri del Melbourne City, poi Sydney United (come assistente e allenatore) e Xanthī Athlītikos Omilo in Grecia con i portieri.