Non sai mai quello che ti può riservare la vita. Specie quando sei stato un giocatore arrivato fino alla serie A, anche di buon livello. Ne sa qualcosa Fabio Rustico. Difensore ostico e roccioso di fine-inizio millennio che conclusa la sua carriera, peraltro in anticipi, con la maglia nerazzurra dell’Atalanta, si è ritrovato dapprima in politica e poi nei campi, ma non quelli di calcio ma quelli agricoli per fare l’agricoltore. “Non ho molto da raccontare, faccio il contadino. Praticamente, è cambiato pochissimo: prima facevo lo zappatore in campo e adesso lo faccio sotto il sole della Sicilia” ha detto Rustico in una delle tante interviste concesse ai tanti curiosi che gli si sono avvicinati per raccontare la sua scelta anticonformista di tornare sui campi di sì ma quelli da coltivare. Da Bergamo alla Sicilia sempre in piena libertà.
Fabio Rustico è nato a Bergamo il 20 maggio 1976: è stato un buon difensore che per anni ha guidato la difesa dell’Atalanta dove era cresciuto nelle giovanili. Giocatore arcigno, per nove lunghissimi anni è stato uno dei baluardi della difesa orobica se si eccettuano un paio di parentesi, anonima con il Leffe ancora giovanissimo e poi un campionato con la Solbiatese. Con la maglia nerazzurra ha collezionato 124 presenze, dal 1996 al 2005, lanciato da Mondonico e poi allenato tra gli altri anche da Prandelli, Mutti e Vavassori. Non certo l’Atalanta di oggi che spaventa i grandi del calcio, in Italia e in Europa, ma una squadra comunque dignitosa che vide la nascita della stella di Pippo Inzaghi capocannoniere. E Rustico sapeva ritagliarsi i suoi spazi da protagonista mordendo le gambe ora di Del Piero, ora di Ronaldo il “fenomeno” e via dicendo. Nel suo palmarès da giocatore figura anche un oro con la Nazionale Under 23 di Tardelli che partecipò e vinse i Giochi del Mediterraneo del 1997 a Bari.
“Non ero appassionato al mestiere che facevo – ha detto a Il Posticipo – e quando ho smesso di giocare non ho più seguito il calcio perché sono stato preso da altri interessi. Da quel poco che conosco, penso di poter dire che è il calcio è cambiato molto. Per chi è appassionato di calcio ed è un tifoso in passato c’erano punti di riferimento più stabili, oggi è tutto più liquido e più cangiante”. A suo modo anche personaggio. Barba incolta, assomigliava a metà tra un elfo e un boscaiolo e poi quella Panda rossa utilizzata per andare agli allenamenti, fino alla bandiera della Pace esposta in campo e un indirizzo politico decisamente a sinistra. Calcisticamente ancora giovane, intorno ai 30 anni, età in cui un difensore entra quasi nella vera e propria maturità.
Sceglie la politica e centra l’obiettivo anche lì. Viene eletto al Comune di Bergamo e diventa assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili. Ne avrà dal 2004 al 2008. Poi, un po’ come per il calcio, lascia anche la politica e cambia del tutto vita. Via da Bergamo cerca una nuovissima sfida in Sicilia dove diventa agricoltore. Prende un agriturismo a Pantelleria e dei terreni agricoli a Mazara del Vallo. “La mia è una scelta dettata da spasmodica ricerca di libertà. La mia idea è creare una fattoria dove piano piano possa ricreare un piccolo microcosmo a mia immagine e somiglianza” ha raccontato recentemente a Tuttomercatoweb. In un’altra intervista ha detto: “Mi alzo al mattino presto, le 4 o le 5 a seconda delle stagioni, sistemo i campi, tra vigne e uliveti. A Pantelleria coltivo i capperi, a Selinunte ho avviato un allevamento di lumache e stiamo già producendo anche olio”. Rustico, di nome e di fatto.