Roberto Mussi deve gran parte della sua carriera ad Arrigo Sacchi, che lo ebbe al Parma e se lo portò dietro ovunque. Al Milan prima e alla nazionale poi, con cui giocò i Mondiali del ‘94 e gli Europei del ‘96.
Un pretoriano di ferro questo terzino dai capelli rossi che non era un fenomeno ma un giocatore sempre affidabile e prezioso. Nel suo palmarès Scudetto e Coppa Campioni con i rossoneri ma anche due Coppe Italia col Torino, con cui arrivò in finale di Coppa Uefa, e col Parma più l’Uefa con gli emiliani nel ‘99. Era un pupillo di Sacchi, certo, ma anche il suo bersaglio durante gli allenamenti. Mussi a Repubblica spiegò: “Tutti pensano che mi voglia male solo perchè mi sgrida tanto. È logico, lì per lì uno ci resta male, ma se ci ragioni sopra capisce che se ti urla dietro è perchè gli interessi, perchè ti tiene d’ occhio. Se non si accorge di come ti alleni, allora sì che marca male, vuol dire che proprio non ti vede”.
Qualche rimpianto per non aver fatto parte di tutta l’epopea d’oro del Milan olandese c’è stato: “Sì, è così. Ero andato a Milano convinto di raccogliere gloria e invece ho passato due anni non esattamente esaltanti. All’ inizio ricordo che si erano fatti male Baresi e Maldini, Sacchi fece giocare me e Bianchi. Non ha funzionato. L’ anno dopo sono andato via, ho scelto io la serie B, però col Torino. Sacchi però è stato fondamentale. Ho avuto la fortuna di conoscerlo nel momento migliore per me, all’ inizio. Ero appena arrivato a Parma dalla Massese, una squadra buonissima, tanti compagni diventati famosi, da Battistini a Lorieri, Evani. Sacchi mi ha insegnato tanto tatticamente, mi ha stimolato, ha cercato di inculcarmi fiducia, determinazione”.
Sacchi lo ritrovò in azzurro, Mussi ci arrivò a 30 anni e ancora viene ricordato per un’azione decisiva: suo il cross a Baggio a tempo scaduto contro la Nigeria quando il Codino segnò il gol dell’1-1 a Usa ‘94 (poi realizzò il 2-1 definitivo su rigore) con l’Italia che sembrava rassegnata a uscire agli ottavi.
Schierato anche in semifinale e finale, nella gara decisiva contro il Brasile si infortunò dopo 35′ e dovette lasciare il campo per Apolloni. Mussi fu titolare anche agli Europei ‘96. Tornato al Parma dopo i Mondiali, vi rimase fino al 1999, per chiudere la carriera con la Massese con cui aveva iniziato.