Michael Owen ha smesso di giocare nel 2013 ma lo chiamano ancora il “Golden Boy”. Il ragazzo d’oro. Quell’attaccante rapidissimo che sfilava via tra le difese per segnare reti eccezionali, Pallone d’Oro nel 2001 dopo 24 reti stagionali con il Liverpool. Oggi ha 41 anni, è entrato negli “anta” e ha pubblicato la sua autobiografia, intitolata “Reboot”, nuovo inizio. E nel libro ci sono una serie di attacchi che hanno scosso il calcio inglese. Owen ne ha per Alan Shearer, David Beckham, il Newcastle e persino per Fabio Capello, ct dell’Inghilterra dal 2008 al 2012, definito “uno dei peggiori allenatori di tutti i tempi”.
Owen non si è risparmiato: “Capello ha finito la mia carriera con la nazionale. Alla prima riunione ho notato che era molto rigido riguardo al cibo, non parlava una parola di inglese. Noi ci guardavamo e dicevamo ‘Ma come farà questo a spiegarci qualcosa?’. Ripensandoci, la scelta di dare la panchina a qualcuno che non parlava la nostra lingua è stata assurda, non so cosa hanno pensato alla FA. Per le prime due partite sono andato in panchina dopo essere stato titolare per anni. E ho pensato ‘Qui le cose non vanno’”. Owen ha giocato la sua ultima gara con la Nazionale il 26 marzo del 2008 (Francia-Inghilterra 1-0), dopo 40 gol in 89 partite: “Sembrava che dovesse cambiare per forza qualcosa. E quel qualcosa ero io, per me era evidente. Non solo Capello ha messo fine alla carriera in nazionale senza una spiegazione, ma è stato anche uno dei peggiori allenatori dell’Inghilterra di tutti i tempi. Ha causato danni enormi alla mia carriera e al calcio inglese in generale. E lo hanno pagato benissimo per farlo”.
Capitolo Spice Boy, altra stilettata. Durante i Mondiali in Francia, nella sfida contro l’Argentina, rimediò un rosso diretto per fallo di reazione: “Un comportamento infantile, inutile. La gente dirà che è stato un errore, ma la mia sensazione è che, se vuoi vincere i Mondiali, non puoi permetterti di sbagliare. Non sapremo mai come sarebbe andata a finire, ma stavamo giocando bene. Mentirei se non dicessi che David quel giorno ha deluso tutti quelli della squadra, e tutt’ora provo un po ‘di risentimento per questo”.
Capello, Beckham e Newcastle. 4 stagioni al St. James Park, 30 gol in 80 partite. Nessun trofeo e un solo rimpianto: “Mi pento di essere andato lì. Avrei dovuto dare retta al mio istinto fin dal primo momento. Non ci volevo andare, sognavo un ritorno al Liverpool. L’allenatore del Newcastle, Graeme Souness, mi chiamava ogni due settimane mentre ero in Spagna, e non posso negare di avere apprezzato le attenzioni che mi riservava. Non avevo dubbi sul fatto che sarebbe stato un passo indietro nella mia carriera”.