Schivo, riservato, quasi muto a volte. Sebastiano Rossi era l’antitesi dei calciatori moderni, tutto selfie e mondanità. Con il Milan ha vinto tutto, ha battuto record (nel febbraio del 1994 a San Siro, il pubblico si alzò in piedi al minuto quaranta del primo tempo perchè Rossi avava superato Zoff e con 929 minuti era il nuovo primatista di imbattibilità: nove partite consecutive senza subire reti), si è fatto amare dalla curva ma ne ha anche combinato di cotte e di crude in carriera. Bravo tra i pali, un po’ meno nelle uscite forse, una presenza solida e sicura per i compagni ma con un carattere rude e impulsivo che gli ha chiuso quasi subito le porte della nazionale.
Dotato di un fisico fuori dal comune (197 cm di altezza per 97 kg di peso), è un giocatore di basket mancato: da ragazzo infatti snobba un ingaggio in A1 e comincia la trafila calcistica nelle giovanili del Cesena prima di spiccare il volo.
Ex marito di Cristiana Corradi, sorella di Barbara Corradi ex-fidanzata del suo concittadino Alberto Fontana, anch’egli portiere, e cognato dell’ex capitano del Genoa Sidio Corradi, Seba Rossi era fatto a modo suo quando giocava.
A Foggia, una domenica, gli tirano un fumogeno che quasi lo colpisce. Per tutta risposta, lui lo raccoglierà e lo tirerà indietro. Nella stagione 1999-2000, il Milan affronta il Parma a San Siro: sul 2-1, Crespo calcia un rigore che Rossi intuisce e respinge.
Mancano pochi minuti al termine e pare una finale. Il pubblico festeggia e lui ancor di più: la porta è quella proprio sotto la Sud, verso cui si gira ed esulta, raccogliendo una sciarpa e battendosi la mano sul petto al grido di “Forza vecchio cuore rossonero!”. Rossi era riemerso in superficie dal buco nero che lo aveva inghiottito alla fine del 1998, quando mise ko Bucchi che aveva la “colpa” di… avergli fatto gol su rigore: non aveva gradito che l’attaccante andasse dentro la porta a raccogliere il pallone dopo aver segnato.
Nel 2002 Rossi chiude con i rossoneri e praticamente con il pallone: diventa per un periodo preparatore dei portieri della Primavera ma ha fatto anche parlare tanto di sè attraverso le pagine di cronaca. Nel 2005 il portiere e il suo socio Nicola Penta, ex guardia del corpo di Eros Ramazzotti, vengono accusati da un ragazzo di Cesenatico di minacce, porto d’armi improprio e lesioni, sempre per una questione sentimentale.
Nel 2006 viene accusato di sequestro e violenza privata da tre ragazze dipendenti del suo bar, a causa della gelosia nei confronti di una di loro. Nel 2011 un altro episodio: Rossi, pare un po’ alticcio, entra in un bar di Cesena con un sigaro in bocca e chiede un caffè, la barista lo invita ripetutamente a smettere di fumare e lui in risposta prima la ignora e poi le scaraventa il sigaro in faccia.
Alla scena assiste un maresciallo dei carabinieri che interviene e viene raggiunto da un pugno: l’ex milanista viene portato in carcere dove resta al fresco per due notti, prima di patteggiare una pena pecuniaria commutando una condanna a 56 giorni di reclusione per lesioni e resistenza. Tanto zitto con i media quando giocava, tanto “rumoroso” fuori dal campo, prima e ancor più dopo il Milan. Ma resta un idolo dei tifosi che ne ricordano le imprese quando quel Milan lì “faceva tremare il mondo”.