Il Campionato europeo che si disputa in Germania nel 1988 è l’occasione per la nazionale italiana di dimenticare la disfatta al mondiale messicano di due anni prima, culminato con il ko agli ottavi contro la Francia. Gli Azzurri, affidati al ct Azeglio Vicini, sono una squadra molto giovane, ma ricca di talento. Le stelle sono la coppia d’attacco della Sampdoria Vialli-Mancini, sostenuta da giocatori già affermati come Zenga, Bergomi, Ancelotti, Baresi e da astri nascenti come il difensore Paolo Maldini e il tornante di fascia Roberto Donadoni.
All’esordio nel gruppo A l’Italia pareggia 1-1 con i padroni di casa della Germania Ovest, in una partita che, con un pizzico d’esperienza in più e qualche disattenzione in meno, avrebbe anche potuto vincere. Il 14 giugno gli Azzurri scendono in campo a Francoforte contro la Spagna di Emilio Butragueño per la seconda giornata. Anche gli spagnoli presentano una formazione giovane e ben organizzata: basti pensare che in campo tra le due squadre ci sono ben 17 giocatori che due anni prima hanno giocato l’Europeo Under 21, vinto proprio dalla Spagna ai calci di rigore contro l’Italia, sempre allenata da Vicini. In Germania è tempo di rivincita.
Proprio come nella gara contro i tedeschi, e l’Italia a fare la partita. Abbiamo in mano il pallino del gioco, anche se facciamo una grande fatica a trovare il gol. Il neanche 20enne Maldini gioca una partita difensiva straordinaria, marcando a uomo Michel, membro della cosiddetta Quinta del Buitre, i giocatori del Real Madrid che hanno dominato la scena calcistica spagnola negli anni ’80, composta anche dal leader Butragueño, da Martín Vázquez, Sanchís (presenti in Germania) e Pardeza.
Nella ripresa Vialli e compagni cercano disperatamente il gol che possa fare ipotecare la semifinale. Al 69’ Vialli ha un’occasione ghiotta per il vantaggio, ma manda il pallone fuori a lato. L’attaccante blucerchiato ha però preso le misure, perché quattro minuti dopo, quasi dalla stessa posizione, riceve palla grazie a un velo di Altobelli su assist di Ancelotti e batte Zubizarreta con un diagonale rasoterra. Butragueño, e compagni non riescono più a creare pericoli. Al triplice fischio, con già un piede in semifinale, l’Italia porta a casa la vittoria.