Il Postino ha consegnato l’ultima lettera, ha salutato amici e parenti, e se n’è andato per sempre. Luis Del Sol, scomparso il 20 giugno 2021, aveva ottantasei anni. Centrocampista di fatica e di buona tecnica, dopo gli inizi nell’amato Betis Siviglia, era passato al Real Madrid dove giganteggiavano Ferenc Puskás e Alfredo Di Stéfano.
Stiamo parlando della fine degli anni Cinquanta. E fu proprio Di Stéfano. a soprannominarlo il Postino per la capacità di rubare il pallone agli avversari e di traghettarlo, consegnandolo puntualmente, ai compagni d’attacco. Con i Blancos fece in tempo a vincere la Coppa dei Campioni del 1960, battendo in finale i tedeschi dell’Eintracht Francoforte con un 7-3 che fece storia: tripletta di Di Stéfano. e poker di Puskás. Del Sol, ammirato, dalla sua classica posizione di mezzala destra passò il tempo della partita a battere le mani ai compagni che, uno dopo l’altro, infilavano i palloni nella porta tedesca. E poi vinse pure l’Intercontinentale contro gli uruguaiani del Peñarol. Giocare in quel Real Madrid significava essere parte di una leggenda: oltre alla Saeta Rubia e a Puskás anche Gento, Canario, Santamaria e il capitano Zárraga. Ne parlano ancora oggi, di quella squadra dei sogni.
Dopo l’esperienza al Real, Del Sol si trasferì in Italia. La Juventus dell’Avvocato Agnelli lo acquistò per 350 milioni di lire e in bianconero rimase per otto stagioni. In sostanza attraversò gli anni Sessanta con la maglia juventina addosso e di quel periodo fu il simbolo: era una squadra operaia, quella disegnata da Heriberto Herrera, l’allenatore paraguaiano che considerava Sivori e il giovane Coramini sullo stesso piano, e Del Sol di quel gruppo rappresentava il fulcro. Abilissimo nel pressare e nel gestire la manovra, la maggior parte delle azioni passavano dai suoi piedi. Non era un fine dicitore, ma una mezzala d’assalto, di lotta.
Con la Juventus rimase fino al 1970, collezionando 228 presenze, realizzando 22 gol e conquistando lo scudetto del 1967 in volata sull’Inter. Poi decise di trasferirsi alla Roma. Meglio, rientrò in un mega-affare che i bianconeri misero in piedi con i giallorossi: a Torino arrivarono Fabio Capello e Luciano Spinosi, mentre alla Roma andò Del Sol oltre a un bel pacchetto di soldi. Lo spagnolo giocò due stagioni con la Roma e portò pure i gradi di capitano prima di rientrare in patria al suo amato Betis Siviglia del quale fu, in seguito, anche allenatore.
Fonte: “La Gazzetta dello Sport”