In gioventù, nell’intento di guadagnarsi un pezzo di pane, lavorò sodo rimediando dolorosi calli nelle mani. Con un badile in mano, a contatto con sabbia e cemento da tradurre in calce, ogni giorno, Battista Festa da Chiari (Brescia) imparò fin da ragazzo come arrivare a fine settimana con una magra paghetta fra le mani. Questo, fino a quando qualcuno del suo paese gli insegnò che per guadagnare di più, anziché usare mani, gomiti e badile, poteva usare i piedi. Corse fuori orario di lavoro, allenamenti sul campo di calcio del paese ed in men che non si dica da aspirante muratore si convertì al calcio giocato. Iniziò in Serie D con la Pergolettese e dopo due sole stagioni fu accasato dal Modena in Serie B. Due anni in Serie B con la maglia dei Canarini, poi cinque anni con il Cesena (due di Serie B e tre di A) e successivamente cinque anni tra A e B di carriera con l’Atalanta. Una vita nel calcio con il grosso bottino di ben 450 partite; 15 anni di attività calcistica rubati (si fa per dire!) alla precedente manovalanza da muratore. Festa non ha mai dimenticato le 132 presenze nel Cesena dei Radice, Bersellini, Marchioro, come ricorderà sempre tutti i suoi ex compagni come Cera, Ceccarelli, Ammoniaci, Boranga, Danova, Orlandi, Rognoni, Oddi, Frustalupi, Mariani, Valentini, Mantovani, Braida, etc..
Due gambe toste quelle di Festa; due leve instancabili che non ammettevano soste durante la partita e potevano sopportare la fatica anche per oltre cento minuti. Centrocampista con buona visione di gioco, sapeva anche trovare la via del gol: 12 le reti messe a segno giocando con la maglia del Cesena.
Come giocatore era dotato di una dose di malizia: spesso le sue incursioni si traducevano in rigori a favore. Quando arrivava nei paraggi dell’area avversaria, Festa inventava tuffi in avanti che si convertivano in penalty a favore del Cesena.
Chi lo ha seguito da vicino, di queste gesta ne ha contate più di una dozzina. Il matrimonio tra il Cesena e Festa si interruppe per via di certe divergenze fra l’atleta ed il tecnico Pippo Marchioro; una rottura che con un po’ di buon senso si poteva evitare. Un giocatore come Festa avrebbe fatto tremendamente comodo a quel Cesena che, dopo la dipartita verso l’Atalanta dell’ex muratore e giocatore, andò incontro ad una brutta retrocessione dalla A alla B. Dopo anni la generosità, il talento calcistico e la simpatia di Battista Festa stanno ancora scritti nell’animo dei vecchi tifosi.
Fonte: Ettore Pasini per “Il Bianconero”