Ha collezionato un centinaio di presenze in campionato con la Juventus segnando 11 reti. Ha anche vestito le maglie di Avellino, Bologna, Bari, Cosenza e Modena.Vanta 18 presenze nelle Coppe europee con 5 reti, di cui una in Coppa dei Campioni. Ha giocato cinque volte nella Nazionale Olimpica con una rete.
Questa è la carriera da giocatore di Angelo Alessio. Nasce a Capaccio Paestum il 29 aprile del 1965. Il papà Armando è originario di un paesino calabrese in provincia di Cosenza. In cerca di lavoro, con la sua famiglia si trasferisce a Capaccio dove trova lavoro dapprima presso la famiglia D’Anzilio, a Foce Sele, e poi, per lunghissimo tempo nell´azienda agricola dei Salati a Paestum. È qui che il nostro Armando sposa Carmela Iorio,una ragazza originaria di Altavilla Silentina. La famiglia Alessio cresce ben presto e diventano in tanti tra fratelli e sorelle. Abitavano in prossimità del mare, a ridosso della pineta, vicino al “casello rosso” dove stavano i nonni materni Iolanda e Angelo. E proprio vicino al mare, in uno spazio prima della pineta, che il nostro Angelo dà i primi calci al pallone assieme ai suoi fratelli e ad altri ragazzini che abitavano nelle vicinanze. Degli inizi calcistici di Alessio ci parla il professor Angelo Caramante, uno dei simboli dello sport capaccese: “Un giorno il compianto Salvatore Apadula, volle portami con la sua macchina a vedere questi ragazzini giocare. Senza scendere dalla stessa, come era solito fare, mi disse di osservare con attenzione uno di questi. Era il nostro Angelo e ricordo le testuali sue parole: ‘Gianni questo diventerà un grande calciatore’. Era dopo la metà degli anni 70 e Salvatore si era preso cura dei ragazzi dell´Herayon”. Tra questi ragazzi crebbe calcisticamente Angelo Alessio, coccolato da Salvatore Apadula che, ad ogni allenamento, passava prima per casa Alessio per prelevarlo con la sua macchina. E quante ne fece per il suo pupillo, lui ci credeva e lo portava ad ogni provino che veniva organizzato in Campania e oltre. Ma nella vita ci vuole fortuna e nei primi anni per Angelo questa non voleva arrivare. Intanto lui non si faceva illusioni e badava, perché era necessario farlo, anche a dare una mano in famiglia. “Io lo ricordo come ragazzo di spiaggia al lido Cerere di don Peppino Acanfora. In uno degli ultimi provini, però, finalmente alcuni osservatori lo notarono e Salvatore Apadula non riusciva a stare nella pelle per la contentezza. Ma la malasorte era dietro l´angolo: una caduta dal motorino, poco prima che finisse l´estate, gli procurò un profondo taglio all´altezza del ginocchio. Ci volle quasi un anno prima che Angelo guarisse del tutto. Intanto gli anni passavano e sembravano svanire i sogni di Salvatore Apadula, che voleva a tutti i costi che il suo Angelo diventasse un calciatore vero”.
Nella stagione sportiva 1981-‘82 Salvatore Apadula raccoglie la proposta del presidente Acanfora di portare tutti i suoi ragazzi nella Poseidon e da quel momento divenne il responsabile unico del settore giovanile della Poseidon. Erano tanti i ragazzi e tanti i provini che venivano organizzati per gli osservatori delle squadre professionistiche. In uno di questi, svoltosi proprio sull´allora campo sportivo Mario Rigamonti di Capaccio Scalo, ci l´allora responsabile del settore giovanile del Napoli Angelo Sormani disse le testuali parole “il ragazzo (Alessio, NdR) è bravino ma corre male e non diventerà mai un bravo giocatore di calcio”.
E anche questa volta sembrava fosse andata male. Ma non fu così. Alcuni dirigenti del Solofra che venivano a villeggiare a Paestum, presso l´Hotel Cerere, lo avevano visto giocare a pallone sul lido al mare. Vennero poi a settembre di quell´anno 1983 a visionarlo in una partita contro la Sangiuseppese, proprio a S. Giuseppe Vesuviano. Per la Poseidon fu una severa sconfitta ma Angelo fece goal e disputò un partitone. Il lunedì gli stessi dirigenti vennero a chiedere al presidente Acanfora di cederlo alla loro squadra.
Fu fatto. Angelo Alessio, assieme a Pietro Sabia, venne ceduto al Solofra. Con Pietro che lo accompagnava con la sua macchina a fare gli allenamenti, Angelo disputò un campionato di Promozione strepitoso. Giocò anche contro la Poseidon sul “suo” campo e non ci fu nulla da fare. “Perdemmo e Angelo ci fece goal e alla fine ci evitò pure l´umiliazione della goleada”. L´anno dopo il presidente del Solofra lo trasferì all´Avellino, società di cui era anche socio, e la strada del successo si spalancò davanti ad Angelo.
L’anno 1985 esordisce in prima squadra e da qui fu solo l’inizio della storia. Che, una volta smesso di giocare, come allenatore lo ha visto esordire nelle giovanili del Napoli per poi diventare il vice di Antonio Conte al Siena, alla Juventus, in Nazionale e al Chelsea.Poi l’ esperienza in Scozia,al Kilmarnock. Nel 2021 viene annunciato il suo ingaggio sulla panchina della squadra iraniana dell’Esteghlal Cultural and Athletic Club, ufficialmente come assistente tecnico dell’allenatore Farhad Majidi dato che nel paese mediorientale vige una nuova normativa che vieta l’assunzione di allenatori stranieri. Dopo venti giorni diventa però il nuovo tecnico del Persija, in Indonesia.