L’Orceana è la squadra di calcio della città di Orzinuovi nel Bresciano. Oggi milita nel campionato lombardo di Eccellenza. Nella sua storia ha partecipato a quattro campionati di Serie C2, nelle stagioni 1985-‘86, 1986-‘87, 1988-‘89 e 1989-‘90. La società nasce nel 1919 così come riportato dall’ Annuario Generale Sports e Turismo. Non si affiliò subito alla FIGC probabilmente solo per motivi logistici, essendo troppo lontana dalle principali società di provincia in attività. Disputò incontri a carattere locale con le squadre limitrofe quali la Pro Palazzolo, il Casalbuttano e la Soresinese. La prima affiliazione arrivò nel 1921 in corrispondenza della scissione in due Federazioni, ma non per la FIGC., bensì per la CCI. Tuttavia non partecipò all’attività ufficiale perché, malgrado il congruo numero di società affiliate, ben poche squadre, date le “enormi” distanze per l’epoca, andarono a comporre il girone CR-MN-BS della Terza Divisione Lombarda della CCI. Affiliatasi alla FIGC (Comitato Regionale Lombardo) partì dallo scalino più basso del campionato italiano fino ad ottenere la promozione ai gironi interregionali di Seconda Divisione 1929-‘30 e da qui alla Prima Divisione (campionato nazionale) a cui, dopo aver raggiunto nell’ultima stagione il centro classifica, dovette rinunciare per la partenza di troppi giovani per la Guerra in Africa Orientale.
Al ritorno all’attività sportiva ufficiale dopo la seconda guerra mondiale, la società chiese ed ottenne dalla Commissione FIGC presieduta dall’avvocato Giovanni Mauro di poter partecipare ai campionati di Serie C, e così come molte altre società la ottennero. Rientrata nei ranghi regionali retrocedendo dalla Promozione, l’Orceana rimase per trent’ anni nelle categorie inferiori fino all’arrivo del presidente Ulrico Sareni, che sponsorizzò la società personalmente insieme all’industria di abbigliamento sportivo Tepa Sport, che accompagnò la società fino all’ingresso in Promozione regionale. I successi portarono i biancoblu alla repentina scalata della Serie C2, che tuttavia incrinò le casse della squadra. Alcuni dirigenti andarono a rifondare la società in ambito dilettantistico, mentre l’altra società retrocedeva fino all’Eccellenza per poi riprendersi quando, ceduto il titolo sportivo alla Club Azzurri di Brescia (che dopo diversi tentativi infruttuosi aveva finalmente la possibilità di arrivare alle categorie nazionali), ritornava nei ranghi del Campionato Nazionale Dilettanti. Dopo il cambio di denominazione in Orceana Club Azzurri i biancoblu lasciavano definitivamente Orzinuovi per andare a giocare al Mompiano. Dopo quattro retrocessioni consecutive fino alla Terza Categoria, la società Club Azzurri venne sciolta, mentre ad Orzinuovi la Nuova Orceana riportava al massimo livello regionale il calcio orceano.
È stato lo stadio di Cesare Prandelli, Renato Villa e Alessandro Marinoni. Di Franco Pasquetti, Gigi Maifredi e Luciano Zanchini. Di Ulrico Sareni, Ugo Albini e Claudio Correnti. Lo stadio simbolo di una terra, la Bassa: è stato il simbolo dell’Orceana così come il Bernabeu lo è del Real Madrid. Ha ospitato 4 campionati di Serie C2, quando la categoria non solo esisteva ma fungeva da trampolino di lancio per giocatori veri, futuri campioni e allenatori rivoluzionari. Ha visto la parabola di una società, che per qualche tempo si è creduta invincibile ma presto si è scoperta fragile. Oggi quello stadio in via Bainsizza non c’è più. Nessuno può sapere con certezza quante partite vi abbiano giocato dal giorno, ignoto, della costruzione in periodo fascista. A un conto approssimativo, tenendo una media di venti l’anno, si sfiorano le duemila gare, forse qualcuna in più. Molte sono entrate nella leggenda biancazzurra. Quel che è certo è che di 90 minuti in 90 minuti, in quasi un secolo di vita, lì è accaduto qualcosa di magico. Lasciare quell’impianto, che prima era soltanto un campo fuori dalle mura del paese per poi diventare uno stadio in pieno centro, ha voluto dire chiudere un lungo capitolo della storia di Orzinuovi, non solo dell’Orceana. Il progresso – e le scelte di più d’un’amministrazione comunale – hanno deciso che la storia del calcio orceano proseguisse qualche centinaia di metri più in là, in direzione Manerbio, nel nuovo impianto. In origine il Comunale era un terreno agricolo collocato al di fuori delle mura del paese. Il campo da calcio fu costruito in periodo fascista e il fondo fu realizzato mettendo insieme i frammenti delle mura e la legna proveniente dal boschetto della cascina Mirabella. Lo scoprirono durante i lavori di adeguamento per la C2. All’epoca servivano miglioramenti alle strutture per adeguare l’impianto agli standard del professionismo. Anni d’oro. I nomi dei calciatori del tempo sembrano una litania di santi: Renato Villa, Ilario Anzoni, Alfredo Savoldi, Gianfranco Gervasi, Emer Romanini, Ezio Sarasini. In un biennio, dall’83 all’85, con Franco Pasquetti in panchina, quel gruppo portò la squadra dalla Promozione alla C2. Il presidente era Ugo Albini, un omone con il fiuto per i grandi giocatori. Ad aiutarlo c’era Pierino Zanotti, braccio destro e consigliere infaticabile. «Mio padre – racconta oggi il figlio Sergio Zanotti -. Ero un ragazzino quando tutto questo avveniva ma oggi ricordo ogni cosa con grande nostalgia. Ho vissuto l’Orceana dei tempi d’oro, in casa ho mangiato pane e calcio. All’epoca la squadra era sacra per gli orceani e il suo campo ancor di più. Chissà che il nuovo stadio non riavvicini qualcuno».
L’epopea della grande Orceana iniziò dopo l’addio a Pasquetti. Nel campionato 1985-’86, infatti, si decise di voltare pagina: da un conservatore (ma vincente) a un rivoluzionario della panchina come Gigi Maifredi. Il risultato? Un ottavo posto davanti a squadre come Treviso, Pro Vercelli, Venezia e Pordenone. Ma la soddisfazione più bella fu battere l’Ospitaletto a casa il giorno di Pasqua e compromettere, a conti fatti, la sua scalata verso la C1. E il menù di quel prepartita fu… a base di spiedo. Solo chi ha conosciuto Ugo Albini può capire. Gli orange restituirono lo sgarbo «scippando» Maifredi per la stagione successiva e l’Orceana sprofondò di nuovo in Interregionale. Ma risalì un anno dopo e sigillò a suon di pareggi (si dice propiziati dalla regola del retropassaggio al portiere) un’altra salvezza in C2. Nel 1989-’90 la squadra precipitò di nuovo e quella retrocessione fu l’inizio della fine.