19 luglio 2020. Oggi che i calciatori del Gambia sono in rampa di lancio ovunque e soprattutto in Italia, oggi che il Bologna scopre Barrow e Juwara, oggi che la Samp in difesa si rinsalda attorno a Omar Colley e che suo cugino Ebrima si prepara a esplodere all’Atalanta, oggi è un giorno triste. Perché dopo una lunga malattia, lo scorso luglio, se ne è andato a 72 anni Alhaji Momodo Nije, per tutti Biri Biri, il primo gambiano ad aver giocato in un campionato professionistico e per molti il miglior calciatore di sempre del paese.
Nato nel 1948 e cresciuto nelle strade di Banjul, Biri Biri divenne subito una stella del calcio locale in un periodo in cui però pareva impensabile che dal Gambia ci si potesse spostare altrove per giocare a pallone. La sua vita cambia nel 1972, quando da quelle parti capitano i danesi del B.1901 per un ritiro. Cercavano sparring partner per allenarsi, gli mettono di fronte il Wallidan FC.
I danesi vincono 5-4 ma il tecnico Kurt Nielsen viene stregato da quell’attaccante locale che fa tre gol e mette a ferro e fuoco la sua difesa. Si fa dare referenze, gli dicono anche che qualche anno prima aveva fatto un provino per il Derby County ma Brian Clough lo aveva bocciato, e per la partita dopo se lo fa prestare. In coppia con un giovane Morten Olsen Biri Biri stavolta ne fa 4, e il B.1901 se lo porta in Danimarca.
Un anno a Nykobing Faster, poi Siviglia. Dove diventa il primo giocatore di colore del club e in cinque anni un idolo assoluto. Basta pensare che gli ultrà del Sanchez Pizjuan si chiamano “Biris Norte” in suo onore, e che anche un noto liquore locale porta il suo nome perché il distillatore era un tifoso del Betis e gli amici non mancavano mai di sfotterlo. A Siviglia restò 5 anni, riportò il club in massima Serie e ancora oggi figura come uno dei 100 calciatori più forti che abbiano vestito la maglia rojiblanca.
Ambidestro, velocissimo, tecnico e gran realizzatore, 34 reti in 109 partite prima di tornare in Danimarca e poi in patria, dove per 9 anni è stato vicesindaco di Banjul oltre a direttore del mercato locale.
In Nazionale ha giocato per 24 anni, dai 16 ai 40, e nonostante le ristrettezze economiche della federazione ogni volta i soldi per pagargli l’aereo dall’Europa si trovavano sempre. Nel 2000 il presidente del Gambia Yayah Jammeh gli conferì l’ordine di merito e il titolo di “calciatore più forte di tutti i tempi del paese”. I Biris Norte riassunsero la perdita sui social in maniera esemplare: “Le persone possono morire, le leggende vivono in eterno”.