La difesa è un’arte, proprio come fare orologi
Set 5, 2021

Dall’essere capitano della Nazionale svizzera di calcio all’essere l’ultimo arrivato in un’azienda che produce orologi il passo è breve. O perlomeno così è stato per Stephan Lichtsteiner. Appesi gli scarpini al chiodo la scorsa estate, l’ex terzino di Lazio e Juventus ha deciso di lanciarsi in una nuova sfida lavorativa. Ma chi si immaginava per lui un futuro da allenatore rimarrà (per ora) deluso. 

Stephan Lichtsteiner, perché hai deciso di passare da un campo di calcio al laboratorio di un’orologeria?


“Conosco da molto tempo alcune persone che lavorano alla Maurice de Mauriac. Mi piace molto il loro lavoro e, in generale, sono sempre stato affascinato dagli orologi. Ora, dopo la mia carriera di calciatore, voglio immergermi più a fondo in questo mondo”.

Ai tempi della Juve, con Pirlo

Come dobbiamo immaginare il tuo tirocinio da orologiaio?


“Dovresti chiederlo al mio capo… Da un lato, vorrei conoscere il mestiere: come funziona un orologio, come si smonta e poi si rimonta correttamente. Dall’altro spero di ottenere nozioni sull’intero settore dell’orologeria. In Svizzera, in particolare, il livello è estremamente alto”.

Da calciatore eri visto come un combattente, un duro. Come orologiaio, però, serve soprattutto molta sensibilità. Com’è possibile?


“Io la vedo un po’ diversamente. Ero un difensore, e difendere è un’arte, proprio come fare orologi. Il tifoso medio non si rende conto di quanto siano importanti alcune piccolezze tattiche sul campo di calcio. Spesso è sufficiente girare una piccola vite per ottenere un grande effetto. Questo vale sia per il calcio, sia per gli orologi”.

Eri capitano della nazionale e anche un leader a livello di club. Ora sei uno studente che svolge uno stage. Questa cosa ti infastidisce?


“Anche da giocatore esperto, sia in Nazionale da capitano, sia a livello di club, ho sempre cercato di imparare dai giovani. Mi descriverei come una persona molto aperta”.

Capitano della Svizzera

Dopo esserti ritirato la scorsa estate, hai detto che potevi immaginarti un futuro nel mondo del calcio. È ancora così?


“Sì. Ho già potuto ottenere i miei primi diplomi da allenatore. In futuro vorrei fare uno stage in un club e, in seguito, ricoprire una posizione come assistente allenatore. Voglio riempire il mio zaino da allenatore con quante più esperienze possibili”.

Continui a seguire il calcio da vicino?


“Naturalmente. Ora sono un po’ più distante rispetto a quando giocavo, ma guardo ancora le partite di tutti i principali campionati in tv. E, rispetto a quando giocavo, mi concentro di più su aspetti che magari prima passavano in seconda piano”.

Nella Lazio

Hai ancora contatti regolari con i tuoi ex compagni di squadra?


“Durante la mia carriera ho sviluppato molte amicizie. Non solo con altri giocatori, ma anche con persone che ho conosciuto nei diversi posti in cui ho giocato. Mi sarebbe piaciuto andarne a trovare qualcuno ora che la mia carriera è finita, ma sfortunatamente ciò non è stato possibile a causa del coronavirus. Ma sicuramente recupererò”.

Come hai trascorso il tempo da quando sei andato in “pensione”?


“Ho trascorso molto tempo in Svizzera con la mia famiglia. È bello essere finalmente a casa anche nei fine settimana”.

Stephan Lichtsteiner nel suo nuovo lavoro

Trecento partite in A e 15 gol, si è ritirato dal calcio dopo 108 partite con la Svizzera e 16 trofei vinti in Italia (tra cui 7 scudetti di fila con la Juve). “La difesa è un’arte, proprio come fare orologi. È sufficiente girare una piccola vite per ottenere un grande effetto”.

Fonte: www.tio.ch

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