In tempi in cui i veri capitani scarseggiano nel calcio, vale la pena ricordarne uno, nel vero senso della parola, e non c’è da meravigliarsi, dato che per un difensore centrale peruviano, di corporatura tozza, essere scelto in una squadra di stelle latinoamericane come el capitán ha voluto dire essere in possesso di una qualità speciale.
Alto appena 1,71 metri, Héctor Chumpitaz era un gigante delle aree, sia in fase difensiva offensiva. Nato nella terra degli Incas nel 1944, divenne famoso come calciatore nell’Universitario di Lima, dove arrivò nel 1966 e rimase nove anni, diventando un punto di riferimento per tutti.
La sua personalità contrastava proporzionalmente con la sua altezza fisica, con la squadra crema ha raggiunto una finale della Copa Libertadores de América contro gli argentini dell’Independiente, e ha ottenuto più titoli nazionali, tuttavia, le più grandi imprese di questo guerriero Inca vennero scritte nella nazionale. Sempre ai tempi dell’Universitario ha conquista un’eccellente reputazione nel calcio continentale; nel 1969 e 1971 venne nominato “Miglior difensore” del Sudamerica.
Nel 1973 ha partecipato come capitano di una selezione di all-star CONMEBOL ad un incontro amichevole contro una selezione di all-star UEFA giocata al Camp Nou di Barcellona finito 4-4. Chumpitaz realizzò il quarto gol. Ai calci di rigore prevalse la selezione CONMEBOL per 7-6. Nella squadra UEFA giocarono anche Cruijff, Eusébio e Beckenbauer; nella CONMEBOL giocarono Cubillas, Rivelino e Brindisi.
Per tutti gli intenditori di calcio, non è un segreto che la squadra peruviana abbia avuto il suo periodo d’oro, quello in cui vinse la Copa América e fu protagonista di tre campionati del mondo, tra gli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta. Si creò una sublime un’armonia di tocchi tra i vari artisti, gente come Uribe, Cubillas, Oblitas e Barbadillo. Quello che non tutti sanno è che il sostegno a quell’orchestra veniva da dietro, da un baluardo che spingeva senza stancarsi, quello era il capitano Héctor Chumpitaz.
I Mondiali del ‘70 e del ‘78 e la Copa América del ‘75, furono gli scenari in cui “Chumpi” divenne immortale, la sua personalità era tale al punto che il 31 ottobre 1973, come già detto, si giocò una partita tra le stelle d’Europa e quelle d’America. In una squadra che includeva figure come Rivelino, Brindisi, Cubillas, Enrique Borja, Hugo Sotil e Carlos Caszely, quello scelto per essere il capitano d’America fu quel piccolo gigante del difesa.
Nel 1969 Chumpitaz, da capitano della nazionale peruviana giocò contro l’Argentina per gli spareggi di qualificazione ai Mondiali del Messico del 1970. A Lima la partita finì 1-0, nel ritorno a Buenos Aires il Perù pareggiò 2-2, qualificandosi per i Mondiali. Dopo, arrivò ai quarti di finale, Chumpitaz segnò su rigore il secondo gol del Perù contro la Bulgaria nella storica vittoria per 3-2.
Vinse da capitano la Copa América 1975 nella finale contro la Colombia per 1-0. Sempre con la nazionale peruviana prese parte ai Mondiali di Argentina del 1978, arrivando al secondo turno, poi nel 1981 partecipò alle qualificazioni a Spagna 1982, contro Colombia ed Uruguay. Al termine delle qualificazioni, andate a buon fine, decise di lasciare la nazionale, dedicandosi esclusivamente allo Sporting Cristal.
Attualmente sono pochi i baluardi che si distinguono nelle loro squadre, senza andare oltre, si può considerare che la squadra peruviana non ha mai più trovato un giocatore come Chumpitaz, quel pilastro fondamentale su cui fa affidamento qualsiasi squadra, un vero capitano d’America.
Mario Bocchio