I grandi protagonisti del mondo del pallone. Parliamo di Gheorghe Hagi, conosciuto anche come Gica e sopratutto come il Maradona dei Carpazi, nato a Sacele in Romania nel febbraio del 1965.
Gica inizia a giocare nel centro tecnico del Luceafarul insieme ad altri giovani promettenti ragazzi romeni, ed arriva ad attirare ben presto l’attenzione dei selezionatori tecnici delle rappresentative nazionali giovanili, nelle quali Gheorghe milita in tutte, fino all’ Under 18, nel ’83 lascia il Luceafarul per effettuare una breve esperienza nel Farul Constanta, per poi sempre nello stesso anno raggiungere la capitale Bucarest per militare nello Sportul Studențesc, club direttamente controllato dal figlio del dittatore Ceausescu, Nicu. Classico numero 10 dotato di fantasia e velocità, la sua dote maggiore era il tiro dalle medie e lunghe distanze; in possesso di un sinistro terrificante, si distingueva anche per la capacità di imporsi all’interno dello spogliatoio come un riferimento per i compagni, nello Sportul si ferma per tre stagioni, facendo raggiungere livelli mai raggiunti al suo club, nel 1984-‘85 realizza 4 gol nella partita contro la Dinamo Bucarest, e raggiunge uno storico secondo posto in campionato.
La svolta della carriera arriva nella stagione 1986-‘87, la Steaua Bucarest deve disputare la finale della Supercoppa europea contro la Dinamo Kiev, ed Hagi viene ingaggiato proprio per disputare solamente quella partita con la Steaua, poi sarebbe dovuto rientrare nel modesto club dei Ceausescu; però Gica si rivela giocatore fondamentale, così la Steaua decide di fare tutto il possibile per tenere in via definitiva il maggior talento del calcio romeno, riuscendo a convincere la dirigenza dello Sportul.
Inizia così un legame che porterà a grandi risultati sia in campo nazionale (la Steaua vince 3 campionati consecutivi dal 1987 al 1989 e 3 Coppe di Romania sempre nello stesso periodo), che a livello internazionale, dove raggiunge le semifinali di Coppa dei Campioni nel ’88, anno in cui Hagi è il massimo cannoniere del torneo europeo, e nel ’89 arriva in finale poi persa 4-0 contro il Milan. In questa edizione Hagi viene eletto secondo miglior giocatore del torneo dietro solamente a Van Basten.
Il 1989 è un anno fondamentale nella storia europea, che segna la fine dei regimi nell’Est europeo, anche in Romania, così si aprono le frontiere nel ’90 anche per i calciatori rumeni che a questo punto sono “liberi” di potersi trasferire all’estero, ed Hagi si accasa niente poco di meno che al Real Madrid dopo aver disputato un buon Mondiale in Italia raggiungendo gli ottavi di finale con la propria Nazionale. In Spagna faticherà ad ambientarsi, le Merengues si trovano a dover inseguire il Barcellona che ha aperto sotto la guida tecnica di Cruijff un nuovo ciclo di vittorie, così dopo due anni l’asso rumeno lascia i Blancos per trasferirsi nel campionato italiano a Brescia, dove ritrova Mircea Lucescu, il tecnico che aveva lanciato Hagi nella Nazionale romena.
La prima parte del campionato è deludente, i lombardi si trovano in piena zona retrocessione, Hagi si riscatterà nel girone di ritorno, però non basterà al Brescia per evitare la retrocessione in serie B. La stagione seguente è quella del ritorno in serie A per il Brescia e dell’addio di Gica, dopo un ottimo Mondiale negli Usa, nel quale Hagi è gran protagonista, arriva la chiamata del Barcellona che deve sostituire Laudrup che a sua volta si è trasferito al Real Madrid. Due stagioni tra ombre e luci con i Blaugrana e poi nel ‘96 l’ultima sfida della carriera, quella nel calcio turco a difendere i colori del Galatasaray, dove arriva ad essere l’idolo incontrastato della tifoseria che lo chiama semplicemente “sultano”.
Vince 4 campionati nazionali in 5 anni e sopratutto vince una Coppa Uefa nel 2000 in finale contro l’Arsenal e una Supercoppa europea contro il Real Madrid. Si ritirerà dall’attività agonistica nel 2001 ringraziando il Galatasaray, che dirà essere la sua seconda casa dopo la Romania. In Nazionale dopo aver militato in tutte le rappresentative giovanili ha esordito nel 1983 a soli 18 anni, nell’ ottobre del 1985 Lucescu gli dà per la prima volta la fascia di capitano nella sfida contro l’Irlanda del Nord: in tutto porterà 65 volte la fascia di capitano, in 125 partite segnerà 35 gol, record ancora attuale di marcature nella Nazionale romena.
Disputerà 3 edizioni dei Mondiali,’90 ’94 e ’98, il suo momento migliore è certamente legato ai Mondiali americani dove è stato tra i massimi protagonisti, decisivo nella gara d’esordio contro la Colombia con un gol stupendo da oltre 35 metri e con 2 assist per Raducioiu nel 3-1 finale, decisivo il suo gol negli ottavi contro l’Argentina nel 3-2 finale, si è dovuto arrendere nei quarti contro la Svezia solamente ai rigori. Purtroppo la sua macchia maggiore arriva proprio nella sua ultima apparizione in Nazionale, agli Europei del 2000 contro l’Italia, in quella partita con una entrata cattiva procura un gravissimo infortunio ad Antonio Conte, che mette in rischio la carriera dell’attuale allenatore interista. Hagi è considerato il miglior calciatore romeno di tutti i tempi, un mito per il suo paese.