João António Ferreira Resende Alves, centrocampista con propensioni offensive, iniziò nelle giovanili del Benfica dove emersero subito le sue spiccate doti di regista. Il passaggio alla prima squadra avvenne quasi automaticamente ed Alves riuscì in tempi brevi a ritagliarsi spazio nell’undici titolare e poco dopo fu convocato per la prima volta nella Nazionale di calcio portoghese.
I rapporti con il Benfica si fecero però sempre più tesi finché nel 1975, decise di trasferirsi in Spagna andando a militare nelle file del Salamanca, dalla Spagna finì in Belgio dove giocò alcune partite con il Racing White. Poi nel 1978 avvenne il ritorno al Benfica, suo unico e vero amore della propria carriera calcistica.
Alves era fra l’altro un predestinato, dato che il nonno era stato anch’egli un discreto giocatore negli anni ’30 e ’40. Dal nonno aveva ereditato anche una curiosa abitudine scaramantica, quella giocare tutto l’anno indossando un paio di guanti neri.
La leggenda del calcio portoghese Alves, ha rifiutato il Real Madrid per tornare in Portogallo e giocare per il Benfica. Mentre giocava con il Salamanca, venne nominato il miglior giocatore straniero del campionato spagnolo, nonostante le presenze di Cruyff e Kempes, il che portò il Real Madrid ad esprimere il proprio interesse per ingaggiarlo nel 1978.
Tuttavia, Alves rifiutò l’offerta. Perché? “Ho commesso uno stupido errore, ho perso una grande opportunità” – ha spiegato Alves -. Era il massimo, ho rifiutato di giocare nel miglior club del mondo ed è stata colpa mia. Non ho accettato l’offerta perché volevo giocare al Benfica, e tra Salamanca e Madrid si è arenato tutto”.