Nel campionato di Eccellenza 1997-‘98 tra le fila dell’Atessa calcio si ritrovò un nazionale albanese: 45 presenze e un gol. Parliamo di Sulejman Demollari, nato a Tirana il 15 maggio 1964, stella d’Albania e nella sua città, a Tirana, un eroe nazionale. Demollari è considerato il più grande calciatore albanese di sempre.
Ma allora a 33 anni, si era improvvisamente risvegliato nel ruolo di profugo. Dalla Coppa dei Campioni al campionato di Eccellenza italiano, ripensando a quando, con la Dinamo Bucarest, affrontò in Europa il Genoa (Coppa Uefa 1991-’92, ritorno dei sedicesimi di finale 2-0 e 2-2) e il Cagliari (sempre Coppa Uefa, annata 1993-‘94 trentaduesimi di finale, 2-0 e 2-3) contro il quale realizzò un assist e si procurò il rigore della vittoria nella partita casalinga di ritorno.
“In fondo ho fatto l’emigrante per tanti anni anch’io, magari di lusso, perchè sognavo nel mio futuro di tornare nel mio Paese” disse allora.
Demollari debuttò sedicenne con la Dinamo Tirana, dove vinse 3 scudetti, 2 coppe e una supercoppa di Albania. Poi tre anni con la Dinamo Bucarest, dal 1991, uno scudetto, una coppa rumena e il titolo di capocannoniere con 18 gol, oltre a partecipare alle coppe europee. Quindi, dal 1994, due anni in Grecia con il Panionios e poi uno in Ungheria con il Raba Eto dopo di che rientrò in Albania.
Ma la guerra civile lo costrinse a scappare in Italia, per ripartire dall’Atessa, formazione del campionato di Eccellenza. Alla sua prima amichevole, a Paglieta, deliziò i suoi nuovi tifosi con una tripletta. A 33 anni Demollari si mise particolarmente in luce nel torneo spingendo i rossoblu in alto in classifica per un discreto quinto posto finale. Un anno tra i dilettanti per poi dire addio al calcio giocato. Oggi Sulejman Demollari è un allenatore di calcio a libro paga della federcalcio albanese, dopo aver fatto l’osservatore della Dinamo Bucarest e aver lavorato per la Dinamo di Tirana.
“Avevo messo da parte un bel gruzzoletto, più o meno un miliardo di lire. E avevo investito tutto nella banca di Tirana, quella del presidente Berisha. Con il fallimento però mi sono ritrovato sul lastrico. Ho lasciato l’Ungheria con mia moglie Etleva e mia figlia Svevi di tre anni, per rientrare in Albania. Ma la guerra civile mi ha costretto a scappare in Italia, anche perchè i miei rapporti col presidente, o meglio, con il suo partito, erano diventati difficili” ha raccontato. In Italia è nato Dario, il suo secondo figlio.
Mario Bocchio