La storia del calcio in Italia inizia negli anni ‘90 del secolo XIX ma, chissà perché, a livello statistico i numeri si calcolano solo dal 1929. O, meglio, si contano gli scudetti ma non si considerano presenze e reti dei calciatori. Vero che nei primi anni del secolo le cronache erano approssimative e nella maggior parte dei casi incomplete e non era difficile trovare articoli dove si leggeva: “la squadra X ha giocato con la formazione solita mentre la squadra Y mancava di un paio di titolari rimpiazzati da riserve”. Ancora più difficile riuscire a risalire ai marcatori delle singole partite, spesso e volentieri non menzionati o diversi tra una testata e l’altra.
La classifica storica dei marcatori della massima serie italiana che presentiamo oggi è la prima ragionevolmente completa e tiene conto di tutte le reti segnate nel corso dei campionati a partire dal 1898. Sono presenti nella tabella i giocatori che hanno segnato almeno 149 reti ed oltre alle marcature segnaliamo presenze complessive e media-gol. Una graduatoria che premia i grandi cannonieri penalizzando quelli atleticamente vissuti nel periodo del catenaccio e delle difese ermetiche degli anni ‘60 e ‘70 quando per vincere la classifica dei marcatori bastavano 15-16 gol.
L’indiscusso capo-cannoniere di tutti i tempi rimane, comunque Silvio Piola dall’alto dei suoi 290 gol segnati in una carriera ultra-ventennale iniziata agli albori della Serie A a girone unico. Al secondo posto “Pepin” Meazza che di reti ne ha segnate 262 dal suo esordio negli anni ‘20.
Il primo giocatore moderno sale sul podio al terzo posto: è Francesco Totti con 250 marcature che stacca di sole 6 lunghezze “Anzlein” Schiavio fromboliere del Bologna “che tremare il mondo fa” e campione del Mondo 1934.
Il quinto è anche il primo straniero: il “pompierone” Gunnar Nordahl che con 225 gol paga, in termini di classifica, il numero limitato di partite. La sua media realizzativa, però, lo rende l’indiscusso capocannoniere come media realizzativa con uno stratosferico 0,77, cioè tre gol abbondanti ogni quattro partite giocate. José Joao “Mazola” Altafini con i 216 gol segnati con Milan, Napoli e Juventus occupa il sesto posto, incalzato da Mario “motorino” Magnozzi. Con una carriera giocata praticamente tutta nel Livorno, salvo una parentesi al Milan, Magnozzi ha messo la sua firma su 215 palloni finiti nella rete avversaria.
Segue Totò Di Natale, il primo attaccante dei giorni nostri che, pur segnando tanto, non ha mai militato in formazioni di vertice. Di Natale ha al suo attivo 209 reti, quattro in più del “Divin Codino” Roberto Baggio, giocatore che non ha bisogno di presentazioni. Baggio è l’ultimo del ristretto gruppo di calciatori con più di 200 reti segnate nella maggior categoria del campionato italiano.
Per quanto riguarda la media realizzativa, detto dello 0,77 di Gunnar Nordahl, il più prolifico rimane Schiavio con un pur sempre eccezionale 0,70 in carriera. Terzo un pioniere del calcio nazionale, Luigi Cevenini “Zizì” detto Cevenini III per distinguerlo dai quattro fratelli anche loro calciatori (e quasi tutti di buon livello). L’estroso interno ha segnato 188 reti in 277 partite, vale a dire 0,67 reti a partita.
Una curiosità per finire: il peggiore di questa tabella è Roberto Mancini. L’attuale CT della Nazionale ha 156 reti segnate in 541 partite … averne di “peggiori” così.
Oltre ad essere un documento che rimette le cose a posto a livello storico-statistico la nostra tabella è anche un elenco straordinario di nomi vecchi e nuovi, famosi e qualcuno semi-dimenticato, che hanno un punto in comune: hanno fatto esultare i loro tifosi con la cosa più importante del calcio: il gol!
Fabrizio Schmid (con la collaborazione di Sergio Giovanelli)