Il calcio a Squinziano, in provincia di Lecce, mosse i primi passi alla vigilia del primo conflitto mondiale. Nell’archivio del Comune, infatti, c’è traccia di un contributo economico erogato nel 1908 a un gruppo di appassionati del football, per poter partecipare a un torneo regionale di calcio: le carte federali della FIGC, indicano il 1912 come anno di nascita dello Sport Club Salus et Virtus Squinzano, il quale oltre al calcio comprendeva anche le sezioni di atletica leggera e ciclismo. Dal 1912 al 1940, il calcio locale visse e sopravvisse degli slanci tenaci dei pionieri anche se nel particolare c’è da ricordare il primo articolo apparso sul Corriere delle Puglie del 20 aprile 1914 in cui veniva menzionato lo Sport-Club “Salus et Virtus” Squinzano in una partita contro il BrindisiSport e la prima partecipazione ad un campionato fedeerale di Terza Divisione pugliese nella stagione 1928-’29 come U.S. Squinzano. Dopo anni di anonimato lo Squinzano guidata dal presidente Romolo Barba ritorna a giocare nella Seconda Divisione pugliese vincendo il campionato nella stagione 1941-’42 e raggiungendo un traguardo impensabile l’anno successivo in Prima Divisione 1942-’43 con la promozione in Serie C, dopo che la formazione locale riuscì a vincere lo spareggio con il Grottaglie e il Palo del Colle.
La guerra non consentì allo Squinzano di disputare il campionato rinunciando alla partecipazione nel 1945-’46. Dal ’49 al ’51, sotto l’appassionata presidenza dell’avvocato Vincenzo Motolese, l’undici locale disputò onorevoli campionati in Prima Divisione.
Nell’ultimo anno della gestione Motolese ebbe luogo la fusione tra L’ U.S. Squinzano, la Juventus Antoniana e il Circolo Cattolico, originando il G.S.G. (Gruppo Sportivo Gioventù) Squinzano, composto da più fondatori tra i quali vale la pena ricordare Santo De Ventura e il presidente Gigi Spalluto salvarono il calcio locale ripartendo dalla seconda divisione stagione 1951-’52 per poi lasciare il posto la stagione successiva ’52-’53 a Gino Carlucci. Il decennio successivo mortificò le aspirazioni della tifoseria, perché la compagine non riuscì a disancorarsi dalle secche della Prima Divisione. Finalmente di pari passo con la costruzione del nuovo campo comunale, nel ’60-’61, lo Squinzano partecipò al campionato di Promozione e in quella serie militò fino al ’75-’76, anno dell’atteso ingresso nella più qualificata Serie D sotto la presidenza di Antonio Papa.
In un triennio di concreti preparativi ad un salto ancora più qualificato, la presidenza Giangrande offrì al pubblico sempre più vasto la certezza che il vecchio sogno della C sarebbe diventato realtà: nel ’79-’80 lo Squinzano e Squinzano entravano nella serie nazionale C2. Disavventure di vario genere, più che insufficienze tecniche, determinarono la retrocessione dopo tre anni tra i professionisti. Nel campionato successivo l’U.S. Squinzano fa ben sperare ad un immediato ritornoin C, ma dopo un dignitoso campionato di Serie D (’82-’83 4º posto) dovrà subire due retrocessioni consecutive. Alla fine della stagione ’85-’86 avviene la fusione con il Trepuzzi Calcio, momenti difficili e di malcontento in città e tra i tifosi, fino al giorno della rifondazione dell’US Squinzano e l’iscrizione al campionato di Terza Categoria 0’86-’87 sotto la presidenza di Francesco Pellegrino. Vince il torneo e rileva il titolo al Trepuzzi saltando dalla Terza alla Prima Categoria. Nell’87-’88 con il primo posto del campionato di Prima Categoria, l’U.S. Squinzano, accompagnato da un pubblico sempre più numeroso, prova per quattro anni consecutivi tra Promozione ed Eccellenza (dall’89 al ’93) di riprendersi la tanto sperata Serie D senza mai riuscirci, neanche un primo posto nell’anno ’89.’90 riuscì a dargli il giusto merito. (Leporano – Squinzano 5-4 ai rigori sul neutro di Francavilla Fontana) Dopo tutti questi anni di innumerevoli sforzi e cambi ai vertici societari l’U.S.
Squinzano partecipa al campionato di Eccellenza sempre più da spettatore che da protagonista, solo nell’anno ’97-’98 con un terzo posto in campionato ed una Coppa Italia regionale vinta si riaccende nuovamente l’entusiasmo e la speranza di rivedere Squinzano nel calcio che conta, ma ancora una volta questa gioia verrà negata dalla dura legge dei rigori nella finalissima di Coppa Italia nazionale Dilettanti (contro la Larcianese) con in palio appunto la promozione in Serie D. Dopo dodici anni passati nel campionato di Eccellenza che ne fanno una tra le squadre più “vecchie” della categoria, l’U.S. Squinzano entra nel nuovo millennio subendo una dura retrocessione (spareggio Bisceglie-Squinzano 1-0). Il decennio successivo verrà caratterizzato dalla crisi nel calcio e dall’impiego di molti giovani con i quali la società non riesce ad emergere come presupponeva, ma addirittura trova per la prima volta una storica retrocessione in Prima Categoria. Poi il sodalizio si scioglie e viene rifondato in Terza Categoria nel 2014 come A.S.D. N.S. Nuova Squinzano 2014, iper poi sparire definitivamente due anni dopo.
Nel 2018 è morto lo “storico” presidente dello Squinzano degli anni d’oro, Candido Giangrande, imprenditore di lungo corso e guida del “miracolo” del club salentino portato in C2 alla fine degli anni Settanta dopo una cavalcata straordinaria ai vertici del calcio dilettantistico prima pugliese e poi nazionale. “Uccio” era stato anche assessore (in quota alla Democrazia Crostiana) e presidente onorario della banda di Squinzano ‘”Ernesto e Gennaro Abbate”.
Ci ha lasciato anche ill tecnico Mario Russo, allenatore.giocatore della C2. Squinzano, ora senza neanche una squadra di calcio, è salita agli onori del calcio nazionalevproprio grazie alla presidenza di Giangrande ed alla passione del suo pubblico che affollava il Comunale con picchi di tremila spettatori in ogni gara interna.