Giuseppe Porrino è nato a Calvi Risorta il 16 ottobre 1951 da Vittorio e Giuseppa Marrapese. Gli antenati paterni erano originari di Arienzo. La famiglia Porrino era composta da altri quattro figli: Amedeo, Vincenzo e due gemelle, Rosanna e Marina. Giuseppe, da piccolo tifoso della Juventus, iniziò a tirare i primi calci al pallone nelle strade e nei campetti improvvisati. Gli abitanti di via Garibaldi in prossimità della chiesa ricordano benissimo i vetri rotti dalle sue e altrui pallonate. A metà degli anni ’60, ciascuna frazione di Calvi Risorta aveva una squadra: la “Onarmo” di Zuni con giocatori provenienti da Caserta, Cellole, Sparanise e altri paesi; il “Luigi Moccia” di Visciano; il team del presidente Mario Canzano di Petrulo. Le tre compagini calene, divise da un’accesa rivalità campanilistica, partecipavano al campionato di seconda divisione. Ma lui non giocò mai ufficialmente in una delle tre di Calvi.
Durante un allenamento con il “Luigi Moccia” di Visciano, fu notato dal selezionatore della rappresentativa casertana Di Monaco e portato all’ombra della Reggia.Da lì, fu prestato per un solo anno al Sant’Angelo in Formis, dove giocò in seconda divisione. Ritornò, poi, nelle giovanili della Casertana dove si mise in mostra per due anni. Il 29 giugno 1969, con i falchetti vinse il campionato italiano juniores battendo a Lodi il Novara per 1 a 0. Nella stagione 1969-‘70, il 30 novembre 1969, sul punteggio di 3 a 0 dei rossoblù contro la Massiminiana Catania (formazione dove esordì Pietro Anastasi), fu schierato per la prima volta in prima squadra.
La partita si concluse con una vittoria di 5 a 0 della Casertana. Al termine della stagione, la squadra di Terra di Lavoro vinse il campionato di Serie C. Così, approdò per la prima volta nella sua storia in Serie B. Per la promozione, Porrino e tutti gli altri calciatori ricevettero in regalo dal presidente Giuseppe Moccia una Miniminor. Inoltre, ognuno incassò un premio di 150.000 lire per ogni punto conquistato. L’anno seguente debuttò nella serie cadetta. Ma la permanenza della Casertana in Serie B durò solo un anno. Nei due successivi continuò a giocare in Serie C nella città della Reggia.
Il portiere caleno vestì anche la maglia della Nazionale italiana di Serie C. La selezione, allenata dall’indimenticabile Enzo Bearzot, comprendeva tra gli altri Luigi Del Neri, Dario Pighin e l’attuale presidente dell’Atalanta Antonio Percassi. Nel 1971, svolse il servizio militare nella Caserma della Cecchignola con Giuseppe Furino, Angelo Orazi, Claudio Ranieri e tanti altri. Nel 1972, il presidente Moccia lo stava cedendo in prestito al Napoli per il Torneo di Viareggio. A quei tempi, le squadre avevano la facoltà di schierare tre calciatori in prestito. Ma poi ricevette la notizia del mancato accordo economico tra le due società. Sempre nel 1972, partecipò ai Mondiali militari a Baghdad in Iraq.
Alto 1 metro e 80 e con un fisico muscoloso, aveva uno spiccato senso della posizione ed era abile e rapido tra i pali. L’anno successivo approdò all’Hellas Verona. Giuseppe Porrino debuttò a 22 anni in Serie A domenica 14 ottobre 1973 contro l’Inter nella seconda giornata di campionato. Dopo il vantaggio iniziale dei gialloblù con Livio Luppi, Porrino incassò tre reti da Boninsegna (2) e Massa. Sul terzo gol, “Boninsegna serviva Massa, sul cui tiro il giovane portiere Porrino riusciva solo a sfiorare la palla con la punta delle dita“. Nell’occasione, il portiere dell’Inter Lido Vieri parò al 63’ un calcio di rigore a Gianfranco Zigoni. Il 2 dicembre 1973, invece, non fu schierato a Torino contro la Juventus quando i bianconeri sconfissero gli scaligeri per 5 a 1. Tornò tra i pali al San Paolo contro il Napoli il 30 dicembre 1973 incassando 2 reti dai partenopei.
Ma a San Siro, il 10 febbraio 1974, sfoderò una prestazione superlativa inchiodando l’Inter sullo 0 a 0. I giornali di allora riportarono: “Una palla gol se la mangiava Mazzola tirando a lato, più o meno dal dischetto del rigore, una la sventava Porrino deviando in corner su colpo di testa di Boninsegna”. Il portierone ebbe un bel 7 sul tabellino. Domenica 17 marzo 1974, subì un incidente di gioco a Cagliari. Colpito da Gigi Riva o Nenè, fu costretto ad uscire dal campo per un gran colpo preso alla mano. Alla fine del campionato, il Verona retrocesse a tavolino in Serie B per illecito sportivo. Nella stagione 1974 – ‘75, Porrino giocò 11 partite tra i cadetti portando il Verona al 3 posto ex-aequo con il Catanzaro. Il 26 Giugno 1975, si giocò allo stadio Liberati di Terni lo spareggio promozione tra i veronesi e i calabresi. Il centrocampista Roberto Mazzanti regalò la Serie A all’Hellas Verona segnando un gol da antologia.
Ma l’eroe della partita fu Porrino perché salvò all’ultimo minuto gli scaligeri con una grandissima e provvidenziale parata. Nei due anni successivi in Serie A, Ferruccio Valcareggi, il nuovo allenatore del Verona, preferì affidarsi a portieri più “anziani”. Nel campionato 1975 –‘76, non trovò spazio e il posto da titolare fu preso da Alberto Ginulfi. L’unica partita la disputò il 14 marzo 1976 ad Ascoli. Nel torneo successivo, dovette rassegnarsi a fare il vice di Franco Superchi. Giocò solo due partite, l’8 maggio 1977 nel match contro la Lazio e il 22 maggio contro il Foggia. Il portierone caleno non voleva restare ai margini e chiese di essere ceduto. Nella stagione 1977-‘78, Cesare Cattaneo e Giuseppe Porrino furono proposti all’Avellino. Ma il suo rifiuto fece la fortuna di Ottorino Piotti. Porrino fini alla Cremonese che, come l’Avellino, gravitava nell’orbita della Juventus.
Nella squadra lombarda giocò con Cesare Prandelli, Domenico Marocchino, Emiliano Mondonico, Giancarlo Finardi e Giorgio De Giorgis. Il 4 settembre 1977 giocò una partita storica contro l’Inter in Coppa Italia. Fu una sfida da ricordare per due motivi. In primis, la Cremonese era nuovamente in Serie B e quindi in Coppa Italia dopo 26 anni dall’ultima partecipazione. In aggiunta, l’Inter mancava dallo stadio Giovanni Zini per una partita ufficiale dal 1929 – ‘30. L’incontro finì 2 a 0 per i nerazzurri grazie ai goI di testa di Muraro e Anastasi. Alcuni giorni dopo l’incontro Cremonese – Sampdoria del 19 febbraio 1978, Porrino rimase gravemente infortunato. Effettuando un banale calcio al pallone, riportò la rottura del perone. Per due mesi rimase ingessato fino all’inguine. Il suo posto tra i pali fu preso da Claudio Maiani.
A fine stagione, il presidente Domenico Luzzara, che aveva “adottato” Emiliano Mondonico dopo la morte del figlio Attilio, si prodigò per riscattarlo, essendo in comproprietà con il Verona. Ma Porrino chiese di essere ceduto. A novembre del 1978, Ernesto Bronzetti, poi diventato uno degli agenti FIFA più noti al mondo, lo chiamò al Campobasso. La stagione successiva, con Paleari in porta nel capoluogo molisano, si trasferì alla Casertana. Per quattro anni rimase in Terra di Lavoro. Giocò i primi due in C2 e, a seguito della promozione nella categoria superiore, altri due in C1. Nel 1983, il presidente Danilo Nannini, noto industriale dolciario nonché padre della cantante Gianna e dell’ex pilota automobilistico Alessandro, lo volle a Siena. Giocò 33 partite su 34 parando diversi rigori. Negli ultimi due mesi di campionato, il patron Nannini rimase profondamente deluso dal comportamento della squadra. Così, decise di dare la responsabilità ai calciatori, non volendo scegliere alcun nuovo mister.L’allenatore ufficialmente sarebbe stato Luigi Galasi, il secondo di Mattè. Ma in effetti fu Giuseppe Porrino il responsabile della gestione tecnica dalla 25° alla 34° giornata. Dopo la parentesi senese, si trasferì nella stagione 1984 – ‘85 a Sorrento in C2.
Sulla costiera, allenato dal mitico Faustinho Jarbas, alias Cané, sfoderò delle prestazioni di ottimo livello. Negli incontri con il mitico Licata di Zeman, la sua squadra riportò due vittorie: 1 a 0 in casa e 2 a 1 in Sicilia. Inoltre, giocò contro l’Afragolese dell’amico e compaesano Nicandro Della Vedova. I due match terminarono entrambi con un pareggio: 1 a 1 a Sorrento e 0 a 0 ad Afragola. Nell’198-‘85, all’età di 34 anni, Giuseppe Porrino è stato il portiere meno battuto di tutto il calcio professionistico.
La “saracinesca” calena, con solo 16 gol subiti, consentì al Sorrento di essere promosso in C1. In un quaderno gelosamente custodito annotava come calciavano gli attaccanti e dove battevano i rigori. Continuò un altro anno a giocare a Sorrento, prima di chiudere la carriera con la Juve Stabia nel 1987. Stanco e deluso dell’ambiente, non si interessò più del calcio di alto livello. Dopo la carriera professionistica, giocò insieme a Marco Fazi in due o tre campionati amatoriali con il Tennis Club Vomero. Nelle partitelle tra amici preferiva rivestire il ruolo di centrocampista.
Era soprannominato “Zimaniac” perché aveva caratteristiche fisiche e tecniche simili a Horst Szymaniak, forte centrocampista di Catania, Inter e Varese. Negli anni ’80, prese parte con il compaesano Nicandro Della Vedova al famoso torneo di San Paride a Teano. Alla competizione partecipò anche l’80° Battaglione di Cassino (Compagnia Atleti) dove militavano diversi giocatori di Serie A e B. In finale, sconfissero proprio la Compagnia Atleti con Bacchin e altri calciatori di A per 2-0 con due gol di Della Vedova. Porrino, invece, fece delle parate strepitose. Il portiere ricevette in regalo da Dante Zona di Marzano Appio due lavatrici.
Nella vita privata si sposò con la conterranea Gemma Izzo. Dal loro matrimonio sono nate due figlie, Veronica e Ilaria. Dopo la separazione dalla moglie, vive attualmente con la compagna a Vienna in Austria. Il 1° maggio 2019, ha aderito ad una emozionante rimpatriata di quasi tutti i calciatori che avevano giocato con l’Hellas Verona tra il 1968 e il 1980. Nella città di Romeo e Giulietta è rimasto ancora nel cuore dei tifosi.
Lorenzo Izzo
Bibliografia: “Il calciatore di Serie A Giuseppe Porrino”