«Era la vigilia di Napoli-Parma, eravamo nel ritiro di Soccavo. Con Diego c’eravamo io, Crippa, De Napoli, Ferrara e Galli. Mentre mangiava un trancio di pizza con cipolla e tonno dello chef Maresca, mi chiese quanto guadagnassi. Noi ragazzi che provenivamo dal settore giovanile guadagnavamo poco. Risposi “Sessanta milioni”. All’epoca c’erano le lire. “Sessanta milioni al mese?”, chiese Diego. E io di rimando: “Magari, sessanta all’anno…”. Diego replicò in maniera energica, urlando e chiedendo spiegazioni a Luciano Moggi.
Nacque una discussione tra i due. Durante la notte non riuscii a dormire. Mi sentivo un po’ in colpa anche se tutti sapevano che l’iniziativa non era partita da me. La vittoria sul Parma per 4-2 (doppiette sua e di Careca) aiutarono a far evolvere la situazione in maniera positiva. Mentre ero nello stanzone, il massaggiatore Carmando mi disse che Moggi voleva parlarmi. Rimasi a lungo sotto la doccia, pensavo a tante cose. All’uscita dallo spogliatoio, Moggi mi disse: “Siediti e firma”. Mi triplicarono lo stipendio, rinnovando il contratto per cinque anni». Parole di Pino Taglialatela.
Maradona aveva un rapporto speciale con i più giovani della rosa, soprattutto quelli che mostravano impegno e dedizione. «Era sempre presente con noi ragazzi più giovani. Una volta lui arrivò a Soccavo. Era il 22 dicembre 1985. Una Soccavo vuota – continua l’ex portiere –. Diego venne a salutare lo chef Maresca e Starace, attuale magazziniere, allora cameriere del centro sportivo. Si accorse che in sala c’eravamo soltanto io (fui convocato in prima squadra come terzo portiere, assistendo poi alla partita dietro la porta insieme a Castellini, nostro preparatore) e Lampugnani, di ritorno da una partita della Primavera. Io aspettavo l’indomani mattina per prendere la nave e far ritorno a Ischia, il mio compagno avrebbe dovuto raggiungere in treno la lontana Mantova. Praticamente quasi due giorni dopo l’ultima partita giocata… Maradona ci chiese cosa ci facessimo ancora lì nonostante il periodo natalizio. Diego chiamò il segretario e pagò a Lampugnani un volo di andata e ritorno. Maradona aveva un cuore grandissimo.
Devo molto a lui, mi ha insegnato tante cose. Sono stato sempre coccolato da lui, mi prese sotto la sua ala protettiva. Ho fatto tutta la gavetta con la maglia del Napoli. Non solo Diego, tutto il gruppo era fantastico. Era un Napoli vincente, spesso venivo aggregato alla prima squadra. Ricordo ancora lo scudetto, momento indimenticabile».