Neil Young, allenatore del Marine AFC, dice che c’è poca differenza tra il lavoro in ferrovia che svolge da 28 anni e l’attività da allenatore. «In qualità di facility manager, anche in ufficio ho a che fare con le relazioni e con le persone».
La Coppa – ha scritto il Daily Mail – è stato un salvavita per questo piccolo club, che non spende ovviamente tanto – i salari sono nell’ordine di 1.750 sterline a settimana – “ma il 2020 è stato tetro, con sostenitori costretti a organizzare raccolte fondi”. Essere arrivati a gennaio e alla partita con il Tottenham, dovrebbe fruttare al Marine 300 mila sterline. «È spaventoso pensare a dove saremmo senza la FA Cup. Le nostre entrate di solito vengono dai biglietti e dal bar. Ci sono club fantastici al nostro livello e non sanno se esisteranno tra sei mesi. Siamo frustrati. I nostri partner commerciali sono rimasti, siamo stati in grado di pagare gli stipendi».
La situazione nelle categorie inferiori inglesi è tale per cui il Marine ha trascorso 22 giorni senza giocare a novembre e altri 15 di inattività trascorreranno dopo la partita di oggi con il Tottenham. Paul Joyce sul Times ha scritto che Young “prende molto sul serio l’arte della panchina, leggendo riviste e ascoltando podcast”.
Ha vinto nel turno precedente con “quel tipo di stratagemma astuto di cui Mourinho sarebbe orgoglioso”. Quale? Catenaccio e contropiede. Ma Young lo sa. «Non credo che giocheranno in contropiede contro di noi, quindi devo guardarmi le immagini delle partite nelle quali sono andati in attacco». Se vi state appassionando alla storia di Young, sappiate che The Athletic scrive proprio in queste ultime ore che gli risulta il Marine abbia ingaggiato un altro allenatore solo per questa partita.
No, non è Guardiola. Secondo Simon Hughes sarebbe arrivato giusto per affrontare Mourinho dal Clitheroe, sempre ottava divisione. In realtà la cosa è un po’ controversa perché si tratta di un allenatore-giocatore, dunque può darsi che lo abbiano preso per piazzarlo a centrocampo. L’avventura di un pomeriggio solo grazie ai buoni rapporti tra presidenti. Una specie di cavaliere nero. L’eroe che viene in prestito dal Clitheroe ha 27 anni e si chiama David Lynch.
Esatto, David Lynch.Young ha detto comunque al Times che la sua routine è fatta di «una tazza di tè, famiglia, un bagno caldo». Ha due figlie, Emillia di 15 anni ed Evie di 11. «Mi godrò la partita con il Tottenham perché è qualcosa che probabilmente non accadrà mai più. Quante possibilità abbiamo? Hai sempre una possibilità. Undici contro undici c’è sempre una possibilità. Piccola, molto piccola, ma la squadra darà tutto».Eccola, la squadra. L’ha presentata al Daily Mail, uno per uno, il difensore James Joyce. (Esatto, questa è una squadra che ha David Lynch, Neil Young e James Joyce. Manca solo un pittore, che ne so, uno scultore). La squadra va da quel Bayleigh Passant, che a parte le birre ha un passato da calciatore full time con il Tranmere, fino a Josh Hmami, raccontato come un tiratore infernale di punizioni. Ne ha segnate sei.
Joyce ha consegnato il suo flusso di coscienza a un’intervista con Dominic King del Mail: «Se qualcuno mi avesse detto a 10 anni, quando guardavo le partite del Liverpool in Champions League, che ne avrei giocata una in cui Mourinho era l’allenatore, avrei pensato che sarebbe stato per il Liverpool, non per un club dell’ottava divisione». Joyce lavora in una fabbrica che realizza cruscotti per le Jaguar Land Rover. Ha tentato a suo tempo la via del professionismo, anche con un contratto di tre mesi per il Kiruna, una squadra svedese al circolo polare artico.
«Se avessi rifiutato, non me lo sarei mai più perdonato». In questo calcio che il Mail definisce “onesto, lontano dal razzamatazz e dall’hype che arriva a secchiate dalla Premier League”, Joyce è uno che a Natale ha regalato a suo padre la sciarpa celebrativa fatta a metà con i colori del Marine e metà quelli del Tottenham.
Ha raccontato che dopo la vittoria nel turno precedente, ha tirato fuori dalla borsa delle birre che si era portato dietro per precauzione, in caso di qualche baldoria, e se l’è scolate tutte. «Ho dovuto chiamare il mio capo al lavoro e gli ho detto, ascolta Phil, non credo che riuscirò a farcela per domani mattina. Avevo il turno alle 6 del mattino». Per la cronaca, oggi il Tottenham ha vinto 5-0.
Bibliografia: “Lo Slalom”